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Una goccia di solidarietà per aiutare le popolazioni dell'Africa
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Una goccia di solidarietà per aiutare le popolazioni dell'Africa

Io corro ma non scappo. E’ stato questo il motto che ha caratterizzato, domenica, la corsa podistica benefica che si è svolta a Viatosto. Intitolata “I run for Find the cure”, ha registrato 270

Io corro ma non scappo. E’ stato questo il motto che ha caratterizzato, domenica, la corsa podistica benefica che si è svolta a Viatosto. Intitolata “I run for Find the cure”, ha registrato 270 partecipanti, desiderosi di aiutare l’omonima associazione di volontariato (“Find the cure”, appunto) a trovare i fondi per realizzare un progetto umanitario in Africa.

«La manifestazione, la prima di questo tipo organizzata ad Asti – spiega Daniele Sciuto, fondatore dell’associazione – ha avuto successo, e ha visto la collaborazione del gruppo Sbandieratori di Viatosto, che ha aperto la manifestazione e accolto i partecipanti al traguardo, e del Circolo della frazione, che ha curato il rinfresco finale. Da ricordare che, alla valenza solidale dell’iniziativa, abbiamo voluto abbinare la vicinanza al giornalista astigiano de “La Stampa” Domenico Quirico, appassionato di corsa e di maratone, da giorni disperso in Siria. Abbiamo infatti aderito all’iniziativa promossa dal quotidiano torinese confezionando i nastrini gialli che tutti i corridori hanno indossato».

I fondi raccolti, come detto, saranno interamente devoluti alla costruzione di due pozzi in una zona rurale del Mali, dato che il 2013 è l’Anno internazionale dell’acqua. Ma questo è solo uno dei numerosi progetti messi a punto da “Find the cure”, comitato no profit che ha ottenuto il riconoscimento legale nel 2006 e lavora per portare aiuto nei Paesi del Sud del mondo, poggiando sull’impegno stabile di circa 100 volontari, distribuiti tra Ceriale e Asti – dove sono presenti le sedi – oltre che Torino.  

L’associazione, caratterizzata da un organico semplificato, è nata insieme al progetto di costruzione di un ambulatorio per cure mediche primarie nello stato del Kerala, nell’India meridionale. «Vista la buona risposta da parte della gente e di alcune strutture ospedaliere – ricorda Sciuto – l’attività è poi proseguita con nuovi progetti, costantemente monitorati da missioni umanitarie di personale specializzato che opera in stretta collaborazione con la popolazione locale. Rivolgiamo la nostra attenzione a numerosi Paesi del Sud del mondo, soprattutto in India e Africa, attuando al contempo iniziative di sensibilizzazione e di formazione in Italia. La nostra scelta ricade su aree fortemente sottosviluppate non ancora coinvolte da progetti umanitari di cooperazione, dove ci concentriamo unicamente sulla fascia più povera della popolazione per migliorare le condizioni medico-sanitarie, la qualità dell’alimentazione e il livello di istruzione».

Per chi volesse saperne di più è a disposizione la sede astigiana di “Find the cure” in via Sella 27 ad Asti – coordinata dalla volontaria Silvia Ferraris – aperta il martedì, il mercoledì il venerdì e il sabato dalle 16 alle 19. Ulteriori informazioni sul sito di Find The Cure, e sui social network Facebook e Twitter, dove si trovano anche numerosi spunti di riflessione, considerazioni, riflessioni, emozioni vissute dai volontari utili a far capire lo spirito dell’attività svolta.

Elisa Ferrando

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