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Cronaca

«Ho visto la colonna di fumo: era Notre-Dame che andava a fuoco»

Il maratoneta astigiano Stefano Robazza e la fidanzata Erika Testa erano a Parigi lunedì sera, davanti alla Cattedrale: ecco quei concitati momenti raccontati dal testimone

Da Parigi Stefano Robazza racconta il rogo di Notre-Dame

C’era anche un astigiano alla Cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, poche decine di minuti prima del devastante rogo che ne ha causato la parziale distruzione.

Il maratoneta Stefano Robazza, insieme alla fidanzata Erika Testa, originaria di Alba, si trovava davanti alla più importante chiesa di Parigi, in coda, sperando di poterla visitare prima di sera. Robazza, che ha compiuto domenica 35 anni, era arrivato a Parigi per partecipare, proprio il giorno del suo compleanno, alla Maratona della capitale francese. Lui ed Erika, anche lei maratoneta, hanno regolarmente corso lungo le strade di Parigi mentre il giorno dopo, lunedì, hanno iniziato la visita della città.

«Eravamo a Notre-Dame poco dopo le 17 di lunedì – racconta raggiunto al telefono mentre si trova ancora in Francia – e volevamo entrare in chiesa per visitarla, ma c’era davvero una lunga coda. Abbiamo quindi deciso di andare altrove e di tornare il giorno successivo. Purtroppo non è andata così».

Stefano ed Erika a Notre-Dame 45 minuti prima dell’incendio

Stefano ed Erika hanno però scattato le foto ricordo di rito davanti alla maestosa facciata principale di Notre-Dame. Ora, conoscendo cosa sarebbe successo di lì a breve, fa un certo effetto sapere che si tratta di una delle ultime immagini di Notre-Dame prima del rogo.

«In quel momento non abbiamo notato il ponteggio sul tetto perché nascosto dalla facciata principale. Dopo le foto siamo tornati in albergo, che si trova a meno di 1 chilometro di distanza, e lì abbiamo visto gli elicotteri sorvolare le nostre teste in direzione di Notre-Dame. Poi abbiamo sentito le sirene dei pompieri e le auto della polizia: abbiamo immediatamente pensato che fosse avvenuto un attacco terroristico».

«Abbiamo pensato a un attacco terroristico»

Stefano ha avuto tempo di girarsi in direzione della Cattedrale e vedere il fumo salire oltre i tetti di Parigi. «Ho fatto un filmato – continua lo sportivo astigiano – poi siamo entrati in hotel e alla televisione abbiamo seguito le prime concitate immagini che provenivano dalla Cattedrale. Lì abbiamo capito che non si trattava di terrorismo, ma di una terribile fatalità».

Stefano ed Erika sono tornati, qualche ora dopo, a Île de la Cité, nei pressi di Notre-Dame, per assistere alle operazione di spegnimento del rogo.

«Ci siamo fermati fuori dalla zona interdetta – ricorda il testimone astigiano – vicino alla Senna. Si vedevano i pompieri che stavano lavorando su Notre-Dame e tantissima gente era lì vicino a noi, con un’aria di tristezza davvero infinita».

L’amarezza del giorno dopo

Il giorno dopo Stefano ed Erika sono ripassati vicino alla Cattedrale dove hanno potuto vedere, alla luce del sole, ciò che restava del rogo e della struttura.

«Certo mette tristezza vedere Notre-Dame in quelle condizioni, ma Parigi, che ho visitato per la prima volta in questa occasione, è una città stupenda».

Robazza è tornato mercoledì sera ad Asti consapevole di essere stato testimone di un momento storico che tutto il mondo ha vissuto con apprensione in diretta tv.

«Certo, mi ricorderò per sempre di questo viaggio, della maratona di domenica, – conclude – ma i ricordi saranno sempre legati a quel terribile incendio che ha quasi distrutto del tutto questo straordinario monumento».

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