Restano abbassate le saracinesche del bar pizzeria "Piemonte", ma il problema è che non si sa esattamente quando potranno risollevarsi per riprendere l'attività. Questo è infatti il
Restano abbassate le saracinesche del bar pizzeria "Piemonte", ma il problema è che non si sa esattamente quando potranno risollevarsi per riprendere l'attività. Questo è infatti il timore del gestore del bar, Massimo Calì che, tramite il suo legale, ha spedito ad Enel ed Eni la richiesta di riattivare al più presto la normale potenza di energia elettrica, necessaria al funzionamento del suo locale. «Controllo ogni ora se per caso è stata accolta la richiesta -? dice Calì -? perché, se andrà avanti così, sarò costretto a chiudere l'attività. La corrente che viene erogata è al 15% di quella precedente, ma non basta neppure a far funzionare un frigo o la macchina da caffè».
La bolletta di 59.389 euro, riferita ai consumi effettuati fra maggio e settembre 2012 è stata la prima difficoltà: ad ottobre 2012 c'è poi stato il cambio di gestore, con il passaggio ad ENI che ha procurato l'arrivo di una nuova bolletta elettrica di 19.318 euro, di cui circa 2.000 per la fornitura, il resto per "oneri diversi". A questa somma complessiva altissima (78.707 euro) si aggiunge un altro tassello che complica la situazione e procura al Calì una denuncia penale, in conseguenza di una calamita posta sopra al contatore, allo scopo di rallentare l'apparecchio di misurazione.
«Mi hanno detto che la calamita avrebbe potuto ridurre il consumo del 97% – racconta Massimo Calì ?- ma se così fosse, avrei dovuto pagare bollette da 60-70 euro, mentre in realtà ho sempre pagato bollette oscillanti fra i 600 ed i 1000 euro, a seconda dei periodi dell'anno e del lavoro. Sono venuti in negozio a fare un controllo nel giorno di chiusura, quando però il locale era senza serramenti perché li stavamo sostituendo: sono entrati nel bar a controllare senza avvisarmi dell'ingresso ed oggi io mi trovo imputato per una cosa che mi sembra più grande di me. Non avevo nessun bisogno di fare pasticci, perché ho lavorato bene, ma penso che proprio questo abbia dato fastidio: inoltre, io non so nulla della calamita, anche se ho qualche sospetto su chi possa averla sistemata sul contatore a mia insaputa».
«Ci sono state – prosegue Calì – una serie di coincidenze, come i controlli a brevissima distanza effettuati da parte della Finanza, dei Monopoli di Stato, della SIAE: debbo pensare che siano solo delle coincidenze. Io sono in regola, pago le tasse e non trovo giusto essere trattato così, specie quando ho ragione. Ho affidato ad un legale le mie pratiche e voglio andare sino in fondo a tutta la questione: l'avvocato ha chiesto una verifica dei consumi effettivi, che avrebbero potuto fare ben prima, visto che tutte le letture oggi sono telematiche. In ogni caso, voglio capire come sono andate le cose ed ho scritto anche a "Striscia la notizia" ed alle "Iene" per avere un aiuto ad uscire da questa brutta storia».
Renato Romagnoli