Serena Moriondo è stata confermata segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Asti nell'ambito del congresso svoltosi venerdì scorso. Moriondo era stata eletta nell'incarico
Serena Moriondo è stata confermata segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Asti nell'ambito del congresso svoltosi venerdì scorso. Moriondo era stata eletta nell'incarico nell'ottobre del 2011 e resterà a capo della segreteria provinciale fino al 2018. «Durante il congresso ?- spiega ?- abbiamo discusso delle problematiche più scottanti del lavoro pubblico, dai vincoli retributivi alle difficoltà di assunzione per via del blocco del turn-over. Il settore pubblico è stato, tradizionalmente, più garantito del privato ma in questi tempi di crisi si profilano situazioni di mobilità o di riorganizzazione che colpiscono anche il nostro settore, poiché ormai si deve obbligatoriamente ragionare su come le risorse pubbliche possano essere meglio utilizzate».
Intanto in materia di sanità la segreteria provinciale della Fp Cgil è intervenuta nei giorni scorsi stigmatizzando l'eliminazione dell'erogazione delle prestazioni extra Lea (Livelli essenziali di assistenza) operato dalla Regione Piemonte, che per l'Asl di Asti comporta un taglio di circa 3,5 milioni di euro già a partire da gennaio. «Non saranno più contabilizzate dalle aziende sanitarie – spiega – alcune spese importanti come quelle per gli assegni di cura (nati per sostenere la domiciliarità) o le quote sociali disposte dai Comuni per ricoveri in dimissione ospedaliera (fattore che comporterà una permanenza maggiore nelle strutture ospedaliere, con costi più alti a carico del sistema sanitario e uno stazionamento improprio al Pronto soccorso). Saranno eliminati anche i fondi per l'acquisto di vaccini desensibilizzanti, ausili tecnici, materiale d'uso e medicazioni e prodotti aproteici.
Senza contare che viene confermata la possibilità di assunzione del personale per la copertura dei posti vacanti entro il limite del 50%, condizione che accentuerà i problemi di copertura dei servizi già aggravata dalle situazioni, sempre più frequenti, di inidoneità alla mansione da parte di numerosi operatori di settore». «Il provvedimento ?- continua la segreteria -? avrà pesanti ricadute sulla salute dei cittadini della nostra provincia a partire da quelli che, a causa della crisi, hanno serie difficoltà ad affrontare economicamente queste spese. Anche perché nelle regioni, come il Piemonte, che devono rispettare i cosiddetti "piani di rientro", vi è già stato un ricorso alle spese socio-sanitarie a totale carico delle famiglie residenti decisamente superiore alla media nazionale. Per questo abbiamo chiesto al presidente della Conferenza d'ambito dei servizi socio-sanitari, Flavio Pesce, un incontro urgente con tutti i sindaci e la direzione dell'Asl».
A buttare acqua sul fuoco la Regione, che replica sottolineando che «per i cittadini non cambierà nulla, in quanto l'erogazione delle prestazioni extra Lea è stata semplicemente spostata dalla voce "sanità" a quella "politiche sociali" del bilancio regionale. Il tutto per rispettare vincoli di classificazione della spesa dovuti al ben noto "piano di rientro". Di conseguenza, per evitare ripercussioni sui cittadini piemontesi, sono stati previsti corrispondenti stanziamenti alla Direzione regionale delle Politiche sociali tali da assicurare il sostegno e l'integrazione sociale».
Al riguardo l'assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera, nei giorni scorsi ha ricordato che, per il 2014, la Regione ha stanziato maggiori risorse per il comparto delle Politiche sociali: 55 milioni in più rispetto al 2013, dovuti anche ad una migliore classificazione delle prestazioni dell'intero ambito sociale e sanitario, che, aggiunti alle risorse statali, portano il bilancio della Direzione a oltre 219 milioni di euro. Inoltre l'Amministrazione regionale fa presente che, per quanto riguarda il personale, la situazione è migliore rispetto al secondo semestre 2013, quando il blocco del turnover era totale, salvo deroghe.
Bartolo Gabbio