«Quanto accaduto ha confermato che il rischio di pericolo era reale. Mai mi sarei voluto trovare a piangere danni a persone». Sono le parole del sindaco Carlo Conti nel rivendicare la valenza dell'ordinanza firmata il 23 dicembre, suscitando approvazione ma in alcuni concittadini critiche per eccessivo allarmismo. «La situazione era grave e lo confermavano i monitoraggi continui accompagnati dai pareri espressi dai tecnici degli enti con cui c'è sempre stato confronto…
«Quanto accaduto ha confermato che il rischio di pericolo era reale. Mai mi sarei voluto trovare a piangere danni a persone». Sono le parole del sindaco Carlo Conti nel rivendicare la valenza dell'ordinanza firmata il 23 dicembre, suscitando approvazione ma in alcuni concittadini critiche per eccessivo allarmismo. «La situazione era grave e lo confermavano i monitoraggi continui accompagnati dai pareri espressi dai tecnici degli enti con cui c'è sempre stato confronto: Vigili del Fuoco, Prefettura, Genio civile e Sovrintendenza» prosegue il primo cittadino.
«Certamente c'è delusione per una situazione che vede il Comune impotente di fronte ad un bene sempre stato privato e non accessibile al pubblico. Castello sottoposto a vincoli e tutela da parte della Sovrintendenza, a cui avevamo avanzato anche richiesta di acquisizione declinata per mancanza di risorse. Tanto meno ha fondi un piccolo Comune come il nostro. Basti pensare che per la sola messa in sicurezza dell'avamposto che è crollato, la perizia del Tribunale di Milano indicavano una spesa di 700 mila euro» fa notare il sindaco.
Ma il crollo porterà inevitabilmente delle spese alle casse pubbliche che potrebbero dover sostenere quelle di sgombero e smaltimento. «Il Castello in quanto bene privato non rientra tra le opere pubbliche su cui la legge regionale permette un pronto intervento in casi di emergenza – rimarca Conti – l'unica possibilità per accedere a fondi straordinari sarebbe richiedere lo stato di calamità naturale. Ipotesi tutta da vagliare».
m.s.