Il 62% delle pensioni di anzianità erogate nell'Astigiano è inferiore ai mille euro mensili. Per contro, solo l'1,7% supera i 3mila euro. Sono due particolari significativi della fotografia
Il 62% delle pensioni di anzianità erogate nell'Astigiano è inferiore ai mille euro mensili. Per contro, solo l'1,7% supera i 3mila euro. Sono due particolari significativi della fotografia sulle prestazioni pensionistiche della provincia di Asti relative al 2012 in base all'analisi redatta dal Coordinamento donne della Fnp Cisl (Pensionati) di Asti e Alessandria, illustrata nel corso del convegno promosso nei giorni scorsi all'Università di Asti. Incontro che ha visto la presenza di vari relatori, tra cui l'esperto previdenziale Giorgio Melelli e il segretario generale della categoria, Daniele Malucelli.
Ma cosa emerge dall'indagine? Tra i vari dati, si nota innanzitutto come la popolazione ultrassessantenne della provincia di Asti, secondo i dati statistici forniti dall'Istat, si attesti intorno al 31% del totale, con una presenza femminile superiore a quella maschile. Per quanto riguarda le prestazioni pensionistiche, quelle erogate nell'Astigiano nel 2012 ammontano a 83.347, di cui l'86,7% costituito da quelle dirette (anzianità, invalidità, superstiti) e il 13,2% da quelle indirette (assegno sociale, invalidità civile). Per quanto riguarda la distribuzione di genere, si nota come il 59,5% delle prestazioni sia erogata alle donne e il 40,5% agli uomini.
Andando ad analizzare i dati per tipologia di pensione, poi, si nota come le pensioni di vecchiaia siano la componente preponderante delle prestazioni erogate, pari a 49.934 su un totale di 83.347 (59,9% del totale). Considerando le classi di importo (con percentuali arrotondate) si nota come il 62% prevede un assegno inferiore ai mille euro, il 21% tra i mille e i 1.500 euro, il 9,8% tra i 1.500 e i 2mila euro, il 5,3% tra i 2.500 e i 3mila euro, e l'1,7% sopra i 3mila euro. Per quanto riguarda le pensioni ai superstiti, oggetto del convegno, nel 2012 ne sono state erogate 17.986, pari al 21,58% del totale. Esse, contrariamente ad altri tipi di pensione (soprattutto quelle di vecchiaia), sono percepite in prevalenza da donne (86,5%): il 92,7% è inferiore ai mille euro mensili.
«Su tali dati – commenta Beppe Castino (Fnp Cisl di Asti e Alessandria) – abbiamo espresso alcune considerazioni. Innanzitutto che circa un terzo dei pensionati percepisce più di una pensione, e questo alleggerirebbe la situazione di disagio evidenziata dai dati. Al contempo, però, bisogna annotare che la spesa mensile per una badante in regola, a tempo pieno, si aggira sui 1.400/1.600 euro mensili. Quindi, in molti casi, pur sommando più prestazioni, il reddito percepito dall'anziano non è sufficiente a coprire tutte le spese, per cui il pensionato è obbligato a chiedere aiuto ai figli o ad erodere il capitale messo da parte in passato».
Per quanto riguarda, poi, le pensioni ai superstiti, nel corso dell'incontro è stato sottolineato che spesso è l'unica fonte di reddito delle donne, che così si vengono a trovare in forte difficoltà economica (l'assegno medio è pari a 530 euro). «In tale contesto – afferma – abbiamo ribadito, come sindacalisti, la necessità di interventi urgenti di rivalutazione delle pensioni, bloccate da due anni, per concedere finalmente più potere d'acquisto ai pensionati. Poi abbiamo sottolineato un dato emerso dalle 74 interviste alle donne che usufruiscono dell'assegno di reversibilità per capire le loro necessità, non solo economiche. E' emerso che spesso si sentono sole, ma comunque sono ottimiste a guardano al futuro. Di conseguenza il sindacato deve intervenire presso il Governo e gli Enti Locali per rivendicare una maggiore attenzione ai bisogni degli anziani e un nuovo welfare che veda il riconoscimento di forze già operanti, quali le associazioni di volontariato che si occupano di anziani».
Elisa Ferrando