Lascia passare qualche giorno dallo scandalo delle baby prostitute di Roma, poi proprio non tiene più e sbotta con lo stile diretto e impietoso che lo contraddistingue: «Adesso tutti gridano allo
Lascia passare qualche giorno dallo scandalo delle baby prostitute di Roma, poi proprio non tiene più e sbotta con lo stile diretto e impietoso che lo contraddistingue: «Adesso tutti gridano allo scandalo e fanno gli stupiti di fronte a ragazzine che si vendono mentre basta scendere in strada, ad Asti, e ogni sera trovare almeno tre o quattro minorenni che si prostituiscono sotto gli occhi di tutti. E quando dico tutti, intendo proprio tutti, dai cittadini alle forze dellordine a chi si occupa di assistenza sociale. Eppure nessuno ne parla mai». A dirlo è Alberto Mossino, presidente del Piam onlus, lassociazione che si occupa del contrasto alla tratta delle donne. Unassociazione che conosce benissimo il mondo della prostituzione locale e sa che le ragazzine, sulla strada, ci sono sempre state. Nigeriane, soprattutto, ma anche albanesi e slave.
Clandestine, non dichiarano mai la loro vera età, ma sempre dai 18 anni in su come viene imposto dagli sfruttatori che non vogliono rischiare una condanna penale aggravata dallo sfruttamento della prostituzione minorile. Ma basta guardarle, per capire che di anni spesso non ne hanno ancora 16 e sono state buttate in strada per soddisfare quella fetta di mercato formata da clienti che prediligono le lolite. Gli stessi clienti le cercano, facendo la spola da un posto allaltro finchè le trovano. «E vero che non è facile comprendere letà di una ragazza, soprattutto se è prossima ai 18 anni, ma in alcuni casi è evidente e, in altri, cambia poco sapere se mancano due mesi alla maggiore età o se è stata superata da qualche settimana commenta Mossino- rimane il fatto che le baby squillo ci sono anche da noi e le vediamo, o meglio facciamo finta di non vedere, tutti i giorni».
Sono anche le più fragili e quelle che rischiano di più. Intanto sono le più immature e le meno informate: provengono da Paesi dorigine a bassissima scolarizzazione e dove leducazione anche sanitaria e sessuale è praticamente nulla. La loro giovane età, poi, non consente neppure di informarsi sul passaparola delle amiche e compagne di strada ed è altissimo il numero di baby prostitute che rimangono incinte. Altissimo anche il numero di chi contrae malattie sessualmente trasmissibili, non avendo la consapevolezza dellimportanza dei rapporti protetti e cadendo più facilmente, a causa dellingenuità, nelle reti dei lupi adulti che le convincono dellinutilità delle precauzioni, magari a fronte di qualche euro in più a prestazione.
«Eppure queste ragazzine sono invisibili dice Mossino- ancor più delle loro connazionali e prostitute adulte. Basterebbe ogni mattina andare a Cerro Tanaro alla stazione ferroviaria per vedere le ragazzine che scendono dal treno per andare a prostituirsi sulla statale per Alessandria, oppure fare un giro la sera intorno alle piazzole di ingresso al capoluogo per vedere che la storia di Roma non è allarme sociale, ma prassi quotidiana. Ignorata».
d.p.