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Piano regolatore, Asti lievita30mila mc per nuove aree nelle frazioni
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Piano regolatore, Asti lievita
30mila mc per nuove aree nelle frazioni

Sono bastate due serate di Consiglio per approvare la pratica sulla Variante Urbanistica Frazionale che regolerà i nuovi insediamenti abitativi e il recupero del patrimonio immobiliare esistente. I

Sono bastate due serate di Consiglio per approvare la pratica sulla Variante Urbanistica Frazionale che regolerà i nuovi insediamenti abitativi e il recupero del patrimonio immobiliare esistente. I consiglieri sono stati chiamati a pronunciarsi sulle 134 osservazioni giunte dopo l’adozione del progetto preliminare che risale ad ottobre 2011. Il documento con le controdeduzioni al Progetto preliminare è stato approvato con 17 sì, un no (Uniti per Asti) e un astenuto (Fratelli d’Italia).

La serata di mercoledì ha però registrato la decisione del Movimento 5 Stelle di abbandonare l’aula per protesta, dopo una sospensione dei lavori di circa 40 minuti durante la quale i capigruppo della minoranza, riuniti in sala Giunta, si sono confrontati su alcuni punti da inserire o meno in un maxi emendamento. «Io e il consigliere Giargia non approviamo l’approccio che il Consiglio ha nei confronti di questa pratica – ha commentato Zangirolami, capogruppo Cinque Stelle – In quella stanza ci sembra che ci sia stato una sorta di mercato. Nessuno è disonesto, ci mancherebbe, ma vorremmo che in commissione si parlasse di più. Per questo ci sentiamo a disagio e abbandoniamo la discussione». Un gesto, quello del Movimento 5 Stelle, che nessuno in aula ha commentato ad eccezione del consigliere Panirossi (PD) durante le dichiarazioni di voto. «Mi è spiaciuto che il M5S abbia abbandonato l’aula. E’ stato fatto un lavoro meticoloso da parte dell’assessore e del presidente della commissione, un lavoro partecipato e aperto a tutti. Forse in questi casi, quando le idee non convergono, ognuno deve portare un pezzettino nella pratica e io ho portato il mio contributo. Ora spero che l’amministrazione affronti il tema verso un Piano Regolatore a crescita 0».

Le numerose sedute della commissione urbanistica sono servite per analizzare le osservazioni pervenute dai cittadini e mettere insieme il documento finale portato in Consiglio. Si tratta di una Variante che abbatte, rispetto al progetto preliminare, di circa il 60% la superficie territoriale sulla quale sono previste nuove aree edificabili ma con circa 30.000 metri cubi di nuovi impianti su 148.000 complessivi. Ci sono 87.500 mc destinati all’ampliamento dei fabbricati esistenti allo scopo di adattarli alle esigenze di abitabilità nelle case e consentire il permanere della popolazione nelle frazioni. «Questo significa che su tutto il territorio comunale l’aumento di cubature sarà pari a 75 alloggi – ha spiegato il presidente della commissione urbanistica Filippo Cornero – Con questa pratica concediamo di ampliare le abitazioni nei nuclei frazionali perché siamo convinti che sia un’operazione virtuosa, che possa attivare una micro economia locale facendo lavorare artigiani del posto, anche nell’ottica di dare spazi a servizi per il territorio frazionale». L’attuale pianificazione della Variante prevede 203.396 mq di superficie territoriale destinata a nuove edificazione: rispetto all’ipotesi del progetto preliminare del 2011, che ne prevedeva 508.479, vuol dire un 60% in meno di suolo consumato. Molto, ma non abbastanza secondo il consigliere Anna Bosia (Uniti per Asti) che, pur essendo nella maggioranza, nella votazione finale ha votato contro.

«Sono critica perché ho aderito al movimento “Stop al consumo del territorio” e questa Variante, pur portando una riduzione di cubature rispetto al progetto iniziale, porta altri 30.000 mc che si aggiungono ad un Piano Regolatore vigente già sovradimensionato. Avevamo creduto – ha continuato – di poter governare maturando una mentalità nuova sia come amministratori che verso i cittadini. Invece questa sera prevediamo nuovi quartierini e così andiamo a fare nuove villette e poi magari nuovi capannoni che sono deleteri per il nostro ambiente. Questa sera non ci facciamo scrupolo di sprecare un altro pezzo di suolo e mostriamo una forte resistenza a cambiare mentalità».
Il consigliere Bosia lamenta la decisione di incrementare le cubature edificabili senza attendere l’esito del censimento degli immobili vuoti e quindi rischiando di creare spazi edificati non necessari.

Il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Davide Arri è invece molto soddisfatto per l’esito del lavoro fatto in Consiglio. «Si tratta di uno strumento di pianificazione strategico per lo sviluppo delle nostre frazioni che mira al come costruire in un luogo e del quanto costruire, la qualità rispetto alla quantità, realizzando un punto di equilibrio che orienta l’attività edilizia al recupero dell’edificato esistente attraverso una riduzione selettiva delle aree, evita lo spreco del territorio vergine e riserva mirati interventi di nuova edificazione a richieste di mono-bi famigliarità, ad interventi volti a risolvere carenze infrastrutturali (piazze, rotonde, strada di bordo, ecc..) o a soluzioni contenute vocate soprattutto ad insediamenti di residenzialità sociale volte a dare risposta alle esigenze abitative del nostro territorio, recependo anche richieste pervenute da aziende che vogliono aumentare i loro insediamenti e i livelli occupazionali». La Variante sancisce di fatto l’acquisizione da parte dei Comune della volumetria del parco territoriale di Viatosto/Valmorone (30.000 mc) che rimarrà area verde trasferendo il diritto di costruire dei proprietari altrove ma sempre su aree già edificate o destinate all’edificazione.

Fabrizio Imerito (PDL) aveva seguito l’iter della Variante come precedente assessore all’Urbanistica: «Abbiamo votato sì anche perché al 90% quel lavoro è stato fatto durante il mandato della precedente amministrazione. Dispiace solo che sono stati lasciati alcuni insediamenti come alcune villette a schiera sulle direttrici che potevano essere tolte. In ogni caso il sindaco ha disatteso il proprio programma che, come detto da Bosia, non prevedeva di consumare ulteriore suolo. Non vorremmo che disattendesse anche la parte che riguarda le superfici commerciali».

Soddisfatti per il taglio delle cubature ma ancora molto scettici sul resto della Variante sono i portavoce del movimento Stop al consumo del territorio. «Non ci ha mai convinti la pratica per la mancanza dei dati sul censimento degli immobili e sul conto degli insediamenti abitativi – commentano Malandrone e Zanna – La riduzione di cubature è sicuramente una nostra vittoria ma adesso seguiremo la pratica nel resto dell’iter amministrativo. Ora ci aspettiamo che vengano approvate delle Varianti che vincolino a parco rurale aree preziose agricole e che vincolino a parco fluviale le terre intorno a Borbore e al Tanaro».

Riccardo Santagati
@rickysantagati

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