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Classi sovraffollate, a scuolae all’università è un pollaio
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Classi sovraffollate, a scuola
e all’università è un pollaio

Classi pollaio, o – in termini più eleganti – classi sovraffollate. In tempi di spesa per l’istruzione pubblica ridotta al lumicino, trovare che accolgano meno di 25 studenti è un’impresa.

Classi pollaio, o – in termini più eleganti – classi sovraffollate. In tempi di spesa per l’istruzione pubblica ridotta al lumicino, trovare che accolgano meno di 25 studenti è un’impresa. La media nazionale ormai si aggira sui 28–30 alunni per classe, con conseguenze nefaste sia per l’insegnamento sia per l’apprendimento. Le cause? 30mila iscritti in più ogni anno, mentre negli ultimi cinque anni lo stato ha tagliato 200mila posti tra docenti e Ata, tenuto ai margini 150mila precari abilitati vincitori di concorso e cancellato quasi 2mila scuole. «Il primo giorno di scuola – racconta una studentessa dell’Istituto Monti – eravamo cosi tanti che mancavano 2 sedie e i bidelli ci hanno messo mezz’ora a trovarle in tutto l’istituto. In queste condizioni seguire le lezioni è spesso difficile.» Una situazione condivisa con la maggioranza delle scuole superiori astigiane, dove per legge nelle aule non possono essere presenti più di 26 persone, compresi gli insegnanti.

Un limite che scende a 20 persone se nella classe c’è anche uno studente disabile. I casi limite sono stati segnalati a inizio anno scolastico dalla rivista specializzata “Orizzonte Scuola”, che riporta come nelle Marche siano state formate prime classi da 33 alunni al linguistico di Pesaro e al Benincasa di Ancona; ci sono poi 36 iscritti al liceo Rinaldini di Ancona e addirittura 37 allo scientifico di Tolentino. Ma se le scuole superiori soffrono per il sovraffollamento, il problema viene riscontrato anche nelle università. Per restare a quelle più vicine a noi, la situazione è critica a Palazzo Nuovo e al Politecnico di Torino: «Le lezioni di lingue straniere si svolgono in quella che una volta era la sala lauree – ci racconta uno studente universitario – ma lo spazio è tanto ridotto che chi vuole seguire deve stringersi intorno alla cattedra, il che impedisce al docente di proiettare le diapositive».

Al Politecnico ci raccontano di corsi da 270 iscritti in aule da 150 posti: «Anche nell’aula 12, la più grande, la gente sta seduta in mezzo alle scale. E nelle altre aule la gente che arriva in ritardo non riesce a entrare». Nel frattempo alla Camera è approdato il Decreto Istruzione, su cui Pd e Cinque Stelle hanno annunciato emendamenti per evitare le classi con un rapporto docente/alunni superiore ai limiti imposti dalla legge: «Soprattutto per tutelare la salute di docenti e studenti e il loro diritto alla qualità dello studio, specialmente nelle aree a forte depressione economica e sociale».

r.s.p.

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