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Stop alle sigarette a scuola,ma di nascosto si fuma ancora
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Stop alle sigarette a scuola,
ma di nascosto si fuma ancora

Il titolo è anonimo, “Ddl Lorenzin”, ma gli effetti sugli studenti sono molto concreti: il decreto legge approvato dal Governo a inizio settembre ha introdotto il divieto di fumo in tutte le

Il titolo è anonimo, “Ddl Lorenzin”, ma gli effetti sugli studenti sono molto concreti: il decreto legge approvato dal Governo a inizio settembre ha introdotto il divieto di fumo in tutte le scuole e nelle loro pertinenze. Niente sigarette, nemmeno elettroniche, su cortili, balconi, marciapiedi o davanti al portone. Chi trasgredisce rischia una multa da 55 a 250 euro, oltre a una bella ramanzina e una lettera del preside indirizzata ai genitori. I quali, magari, ignorano il fatto che il figlio fumi. Lodevole l’intento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che punta a contrastare il tabagismo tra i più giovani, ma siamo sicuri che il divieto venga rispettato? Siamo andati a chiedere ai diretti interessati, gli studenti degli istituti superiori astigiani. E le risposte che abbiamo ottenuto non sono incoraggianti.

Partiamo dal Liceo Classico, dove ai ragazzi non è mai stato concesso l’utilizzo del cortile. «Chi vuole fumare si rifugia nei bagni – ci spiegano – dove si fumava prima e si continua tuttora.» Abitudine vietatissima da sempre e già sanzionata da multe negli scorsi anni, ma sembra che questo non scoraggi più di tanto gli irriducibili. Non molto diversa la situazione allo Scientifico, dove si fumerebbe nei bagni e nel cortile. E all’Artom? «Si fuma abitualmente nei bagni – racconta uno studente – qualche professore in passato ha beccato alcuni ragazzi, ma li ha solo minacciati di portarli dal preside, non è arrivata nessuna multa. C’è gente che si assenta anche due o tre volte dalla classe ogni mattina per fumare.» Al Castigliano le nostre fonti ci raccontano di controlli intensificati: «I bidelli controllano molto e perciò quasi nessuno cerca di fumare nei bagni o in cortile.»

Controlli serrati anche al Monti, dove gli studenti sono costretti a fumare in strada. «Prima si fumava nel cortile – spiega uno studente – durante l’intervallo o occasionalmente durante le ore di scuole. Era tollerato, anche se non si poteva. Oggi le bidelle fanno le sentinelle, a inizio anno un primino è stato addirittura beccato a fumare dalla finestra della scuola.» Le multe, a quanto apprendiamo, starebbero diventando sempre più numerose nelle scuole astigiane. E cambiano anche le abitudini dei ragazzi: «Io ora fumo molto di meno – ci raccontano – per cinque ore niente sigarette. Ma nelle prime settimane è stata dura, ci chiedevamo: e adesso all’intervallo cosa facciamo?» Ma a subire le conseguenze del Ddl Lorenzin anche gli insegnanti fumatori, che potevano trovare un attimo di pausa tra una lezione e l’altra nei cortili delle scuole, mentre oggi sono costretti a rinunciarvi. Un dubbio: non è che anche tra di loro ci sia chi viola il divieto?

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