Dal 1 agosto per i responsabili tecnici delle aziende sarà necessaria la qualificazione professionale. «Una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria», denuncia il presidente di Confartigianato impianti Pierangelo Binello
Cattive notizie per chi opera nel campo delle energie da fonti rinnovabili. Dal 1° agosto potrebbero trovarsi senza lavoro molti degli installatori di impianti che operano in questi settori quali ad esempio: fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia. E il destino che li attende in base al decreto legislativo 28/11 che recepisce una direttiva europea e impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti).
Ma, mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non cè alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dellobbligo e dellesperienza maturata in anni di lavoro. In pratica a questi imprenditori si nega sia il riconoscimento delle competenze acquisite sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento professionale. Per la legge è come se non esistessero.
«Si tratta di una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria denuncia il presidente di Confartigianato impianti Pierangelo Binello che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività. La Confartigianato è intervenuta presso il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare la modifica della legge che presenta profili di incostituzionalità poiché crea una barriera ingiustificata allattività imprenditoriale, finendo per estromettere dal mercato migliaia di aziende. Siamo pronti a far sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali per difendere il diritto dei nostri imprenditori a lavorare».