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Segnalata ad Asti la farfalla notturnache stermina le siepi di bosso
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Segnalata ad Asti la farfalla notturna
che stermina le siepi di bosso

Le siepi di bosso sono un elemento caratteristico dei giardini all’italiana, ma una famelica specie asiatica ne sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza. Si tratta della piralide del bosso

Le siepi di bosso sono un elemento caratteristico dei giardini all’italiana, ma una famelica specie asiatica ne sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza. Si tratta della piralide del bosso (Cydalima perspectalis), farfalla notturna le cui larve divorano le foglie della pianta, lasciando quest’ultima quasi completamente spoglia. A venire attaccato è sia il bosso coltivato per motivi ornamentali sia quello spontaneo, molto diffuso anche nei nostri cimiteri. La piralide è l’ennesima specie alloctona, cioè non originaria dei nostri ambienti, che minaccia gli equilibri ecologici preesistenti. Ben noti i casi della zanzara tigre, della licena dei gerani o del punteruolo del riso, che in tempi recenti hanno creato seri problemi sanitari ed economici.

In Italia la piralide era stata segnalata per la prima volta nel 2010 in Veneto e successivamente in Friuli e Lombardia, mentre per il Piemonte la prima osservazione risale al 2012 nelle zone di Verbania e Biella. A novembre, il 90% delle piante di bosso di un vivaio biellese era stato attaccato dalla farfalla, mentre durante l’estate erano stati i giardini di Villa Taranto e Villa San Remigio a venire attaccati. Quest’estate, la prima segnalazione nell’Astigiano. La piralide è stata scoperta per la prima volta ad Asti il 30 agosto scorso all’Oasi WWF di Valmanera. Un esemplare è stato individuato durante una delle attività di ricerca sul Sic, nell’ambito delle iniziative della Scuola di biodiversità di Villa Paolina. «Nell’Oasi il bosso non è presente – spiega l’entomologo Giorgio Baldizzone – e quindi supponiamo che la farfalla sia arrivata dal giardino di una cascina presente nel comprensorio di Valmanera.»

Successivamente, conferme della presenza della specie invasiva sono arrivate anche da Valgera e dal Nord-Ovest astigiano, dove Franco Correggia, presidente dell’Associazione “Terra Boschi, Gente e Memorie”, ha osservato numerosi esemplari della farfalla volare sulla sua siepe di bosso, che presenta i caratteristici danni. Renato Barbero, attivista WWF e curatore delle collezioni entomologiche di Villa Paolina, sta allevando alcuni bruchi per documentare la varie fasi di accrescimento della piralide. Il contenimento della specie potrebbe comunque essere più semplice rispetto a quello di altre specie invasive: nel nord del Piemonte si sono già avuti buoni risultati attraverso l’uso di insetticidi, ma è possibile anche una lotta biologica attraverso l’utilizzo del bacillo turingense, una polvere da applicare sulla pianta il cui principio attivo è un batterio che uccide le larve.

e.in.

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