E il week end di Arti e Mercanti, il sole riscalda la città creando una temperatura perfetta per una mattinata allinsegna del turismo culturale. Seguiamo un gruppo turistico di 45 persone provenienti da Vado Ligure e in visita per la prima volta ad Asti. Perché le persone vengono nella nostra città? Quanto si fermano? Quali emozioni provano visitandola? E possibile migliorare lofferta turistica? Tutte domande alle quali abbiamo cercato di rispondere col servizio…
Lappuntamento con Matteo Gazzarata, la guida che ci accompagna a visitare il centro storico, è in piazza Cairoli alle 9.30 di sabato. E il week end di Arti e Mercanti, il sole riscalda la città creando una temperatura perfetta per una mattinata allinsegna del turismo culturale. Matteo è una guida che lavora tra Asti e Torino e, in questa occasione, deve accompagnare un gruppo di 45 persone provenienti da Vado Ligure. Sono prevalentemente signore iscritte allassociazione di volontariato Cid (Centro iniziativa donna) di Vado che, per la tradizionale gita sociale, hanno scelto Asti e il Colle Don Bosco come meta principale. Per quasi tutte loro è la prima visita ad Asti.
Linizio del tour è sotto la Torre Rossa, il luogo dove, ai tempi dei romani, iniziava il decumano, la via principale della città. Infinite volte siamo passati sotto quella torre, che la leggenda racconta essere stata la prigione di San Secondo, ma vederla con gli occhi del turista e ascoltare la nostra guida ricostruire come doveva essere la forma originale delledificio, prima che diventasse un campanile, ci permette di immaginare il glorioso passato della città. E proprio questo che vogliamo sperimentare: essere turisti in casa nostra. Perché le persone vengono ad Asti? Quanto si fermano? Quali emozioni provano visitando la città? E possibile migliorare lofferta turistica? Tutte domande che hanno trovato una risposta durante la visita durata poco più di 2 ore e mezza.
Lasciata la Torre Rossa Matteo si incammina in via Varrone per raggiungere lArchivio Storico di Palazzo Mazzola. «E uno dei pochi edifici in stile rinascimentale che abbiamo in Piemonte e custodisce alcuni dei documenti più importanti della città come il Codice Catenato e il Codex Astensis», spiega ai visitatori che si mostrano molto interessati alla nostra storia. Terminata la spiegazione ci spostiamo di pochi passi entrando nella vicina piazza Cattedrale.
Lo stupore dei turisti è unanime. «Che bel colpo docchio», «meravigliosa», «che imponenza», «ah però!», «sublime, decisamente straordinaria» sono gli aggettivi più usati per descrivere il nostro Duomo, la chiesa più imponente di Asti e la maggiore espressione regionale del gotico piemontese. Matteo, la guida, racconta la storia della Cattedrale, il fatto che, precedentemente, altri due edifici di culto sorgevano in quella piazza e spiega che il campanile non è del medesimo stile architettonico ma costruito per una precedente chiesa di cui non abbiamo quasi più tracce. Lo stupore dallesterno si replica allinterno quando, superato lingresso, il gruppo si siede per ammirare gli affreschi che ricoprono lintero edificio. Ancora una volta la nostra guida ci coinvolge mostrandoci particolari pittorici che senza di lui non saremmo stati in grado di osservare.
Uscendo dal Duomo raggiungiamo il parcheggio di piazza Castigliano per scattare le foto alla Cattedrale da una delle più affascinanti prospettive che offre la città. Quinta tappa del tour è il cortile di Palazzo Ottolenghi dove ha sede il Museo del Risorgimento. Matteo racconta la storia del rifugio antiaereo celato sotto il piano stradale, i lavori effettuati nel corso del tempo e illustra brevemente la storia delledificio e del vicino Palazzo Mazzetti. Il percorso prosegue lungo corso Alfieri fino a piazza Roma sulla quale domina la Torre Comentina (originale) e il Castello neogotico, costruito a fine 800 ma ugualmente molto fotografato dai turisti.
In piazza Roma la nostra guida ricorda che lAsti medievale era veramente la città dalle 100 torri perché, a differenza di altri comuni italiani, magari più noti, qui esistono documenti storici che ne comprovano la presenza. «San Gimignano è famosa per le sue torri che svettano dallalto della collina sulla quale è costruita – racconta Matteo – sebbene non ne abbia mai avute tante quante Asti. Poi molte delle nostre torri sono state abbattute nella lotta tra due potenti famiglie, i Guttuari e i Solaro, ma per fortuna alcune sono rimaste intatte come la Torre Comentina, alta 37,55 metri e la Torre Troyana, alta 44 metri».
La visita procede scendendo la scalinata che da piazza Roma conduce in via Ottolenghi per raggiungere lesterno della Sinagoga. La nostra guida racconta alcune vicende del ghetto ebraico che si snodava dalla Sinagoga lungo la vicina via Aliberti dove si trova la casa natale del regista Giovanni Pastrone. Questa tappa dà loccasione a Matteo di parlare della storia del cinema, in Italia nato proprio in Piemonte grazie alla figura di persone come Pastrone. I turisti sono sorpresi nellapprendere che Pastrone sia lartefice di "Cabiria" sebbene sulle locandine del film, invece del suo nome, per ragioni di marketing, ha preferito lasciare il nome del più noto Gabriele DAnnunzio.
E passato mezzogiorno quando da via Aliberti ci spostiamo in piazza San Secondo, ultima tappa del tour. Ci sarebbe ancora molto da vedere ma il gruppo ligure ha un programma molto fitto da rispettare e, dopo pranzo, deve riprendere il bus per raggiungere il Colle Don Bosco. Abbiamo ancora tempo per chiedere ai visitatori le loro impressioni sulla visita. «E stata una piacevole scoperta Asti, una città molto vivibile e sicuramente tornerò con tutta la famiglia», commenta una delle signore del C.I.D. «Matteo, la nostra guida, è stato bravissimo nel suo ruolo di Cicerone, simpatico, brillante e piacevole. Queste 2 ore e mezza sono passate stupendamente», aggiunge unaltra signora mentre chiede dove poter acquistare dolci tipici dellAstigiano.
Anche per noi la visita è stata molto istruttiva ed è stata la dimostrazione di come, molto spesso, viviamo in città che conosciamo solo superficialmente motivo per cui, quando capita, consigliamo a tutti di fare i turisti in casa propria: le sorprese sono garantite.
Riccardo Santagati