Piemonte: disegno di legge per la riforma dei campi nomadi
La Regione Piemonte intende riformare il concetto di “campi nomadi” in attesa che l’Europa decida come intende finanziare il superamento degli stessi da qui a pochi anni. Un disegno di legge regionale sarà presto approvato dalla Giunta Cirio e poi passerà in Consiglio per il via libera definitivo.
Molto ambizioso sulla carta, il disegno di legge regionale prevede di regolamentare diversamente i campi nomadi che esistono in Piemonte per trasformarli in “aree di transito”, zone dove i soggetti interessati potranno accedere solo pagando utenze e sosta, dichiarando le proprie generalità, fornendo documenti dei loro mezzi di trasporto e dotando i loro animali domestici di microchip. Aree sicure, videosorvegliate, il cui accesso sarà consentito solo tramite “smart card”.
«Dal Piemonte stiamo facendo partire una rivoluzione che, siamo convinti, diventerà un punto di riferimento per il resto del Paese – commenta l’assessore regionale alla Sicurezza, Fabrizio Ricca – Con questa legge ci lasciamo alle spalle i tanti problemi di convivenza che ogni giorno ci vengono denunciati dai cittadini che vivono vicino agli insediamenti nomadi che esistono oggi, troppo spesso tendenti a gravitare intorno a fenomeni di abusivismo poco vigilati, e facciamo nascere nuove aree pensate per il nomadismo che sostituiranno completamente le vecchie. Aree che vanno incontro alle esigenze di sicurezza e dignità che gli stessi nomadi hanno diritto di rivendicare e ottenere. Controlli tramite video sorveglianza, sicurezza nel sapere chi accede, servizi dignitosi forniti grazie al pagamento delle utenze da parte di chi soggiorna nell’area sono solo alcune delle novità che abbiamo voluto introdurre. E’ nostra intenzione rivoluzionare radicalmente l’approccio a questo tipo di realtà e con questa Legge pensiamo di aver centrato l’obiettivo».
Chi pagherà la costruzione delle nuove aree?
Dalla documentazione reperibile sul sito della Regione Piemonte si capisce che le aree dovranno essere create dai Comuni, ma nulla si evince su chi finanzierà gli interventi per rendere le stesse a norma di legge. Ed è una questione non da poco considerando che il Comune di Asti, già avanti rispetto all’idea di far pagare ai nomadi le utenze, difficilmente avrebbe fondi a sufficienza per allestire le aree di transito come previste dalla bozza di legge.
Anzi, l’idea dell’amministrazione Rasero, più volte ribadita dal vice sindaco Marcello Coppo (Fratelli d’Italia), è chiudere definitivamente i campi nomadi presenti ad Asti (due in via Guerra, un altro a Revignano) e non aprirne di nuovi, pur con i limiti di soggiorno previsti dalla disegno di legge (3 mesi di occupazione non rinnovabile per i nuovi ingressi escluse le famiglie con minori che potranno chiedere un rinnovo fino al termine dell’anno scolastico).