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Le tre batterie del PalioFin da subito è la giornata di Torretta
Attualità

Le tre batterie del Palio
Fin da subito è la giornata di Torretta

Prima batteriaDallo steccato: Torretta (Giuseppe Zedde, detto Gingillo), Viatosto (Andrea Chessa, detto Nappa II), San Silvestro (Gianluca Mureddu, detto Filoferru), San Pietro (Andrea Farris, detto

Prima batteria

Dallo steccato: Torretta (Giuseppe Zedde, detto Gingillo), Viatosto (Andrea Chessa, detto Nappa II), San Silvestro (Gianluca Mureddu, detto Filoferru), San Pietro (Andrea Farris, detto Sentenza), San Secondo (Silvano Mulas, detto Voglia) e Baldichieri (Martin Ballesteros, detto Pampero).
In sei e non in sette, vista purtroppo la forzata assenza di Santa Maria Nuova dopo i tragici eventi di ieri. Si intuiva subito che sarebbe stata la giornata della Torretta. In batteria il cavallo biancorossoblù letteralmente volava. Alla mossa “Gingillo” era perfetto e si portava davanti seguito da Baldichieri e Viatosto. La progressione dell’accoppiata di testa era fantastica. Martin difendeva con intelligenza la seconda posizione, mentre si scatenava la bagarre per la terza piazza. Il secondo giro vedeva San Pietro (Farris) rinvenire con veemenza e infilare Viatosto. Dalle retrovie cercava di risalire il Mulas, che si trascinava dietro San Silvestro. Il purosangue montato da Mureddu, vincitore l’anno passato per San Martino San Rocco, faticava a farsi largo e quando ciò avveniva era troppo tardi.
La Torretta non mollava e Gingillo, in tutta scioltezza, trionfava. Dopo aver corso qualche rischio, Martin difendeva la piazza d’onore. Il Mulas cadeva ma il suo esemplare, scosso, si piazzava terzo. San Silvestro non ce la faceva per un niente a soffiare la qualificazione ai biancorossi. La batteria si chiudeva con San Pietro in quinta posizione e Viatosto in sesta. Accedevano alla finale, nell’ordine, Torretta, Baldichieri e San Secondo.

Seconda batteria
Dallo steccato: San Damiano (Francesco Carìa, detto Tremendo), San Marzanotto (Alessandro Chiti, detto Voragine), San Martino San Rocco (Alberto Ricceri, detto Salasso), San Lazzaro (Claudio Bandini, detto Batticuore), Santa Caterina (Luca Minisini, detto Dé), Cattedrale (Sebastiano Murtas, detto Grandine) e Castell’Alfero (Federico Arri, detto Coraggio). Una mossa certamente più lunga del dovuto, perchè Bircolotti usava il guanto di velluto con la Cattedrale.
Rapidamente gli altri sei si allineavano, mentre “Grandine”, pur disponendo dello spazio utile, portava al canapo non il muso ma il posteriore del cavallo. La manfrina durava un bel po’, poi Murtas entrava ma spingeva fuori Minisini (Santa Caterina). Quando infine il mossiere abbassava la corsa si indirizzava chiaramente a favore di San Marzanotto e Cattedrale, i più rapidi a scattare alla caduta del canapo. La loro era una gara a parte, in pieno controllo, mentre dietro si faceva largo San Damiano. Una difficoltosa partenza penalizzava San Martino San Rocco, che abbozzava però una reazione infilando San Lazzaro e Castell’Alfero. Nel primo giro “Salasso” perdeva però il frustino, trovandosi nell’impossibilità di spronare adeguatamente il suo cavallo. In scia di Cattedrale e San Marzanotto restava San Damiano, che conteneva il ritorno dell’accoppiata biancoverde. Santa Caterina spariva dalla contesa nell’ultimo giro e mezzo. Si qualificavano per la finale: Cattedrale, San Marzanotto e San Damiano.

Terza batteria
Dallo steccato: Moncalvo (Andrea Coghe, detto Il Conte), Don Bosco (Gianluca Fais, detto Vittorio), Nizza (Giovanni Atzeni, detto Tittìa), San Paolo (Valter Pusceddu, detto Bighino), Canelli (Alessandro Colombati, detto Jora II), Tanaro (Maurizio Farnetani, detto Bucefalo) e Montechiaro (Donato Calvaccio, detto Il Musico).
Nelle previsioni della vigilia da tenere d’occhio soprattutto Farnetani, ma anche il Coghe e a Tittìa. Batteria tormentata, con ben tre partenze false. Bircolotti sembrava accanirsi un tantino contro Bucefalo, che girellava a fari spenti nel retro-allineamento per piazzare la sua “zampata” alla caduta del canapo. Ma al “Buce” il Palio non ha detto bene quest’anno. Buona la quarta, con uno spettacoloso avvio di Andrea Coghe (Moncalvo). Un turbo formidabile la sua cavalla, magistrale nel mantenere strette le traiettorie. Bene Nizza, con Tittìa al solito maestro nel mantenere la posizione acquisita. Sorprendente invece il comportamento di Don Bosco, con un Fais quanto mai determinato e pronto. I cavalli completavano il primo giro con Moncalvo a dominare, Nizza ad inseguire e San Paolo a difendersi dall’attacco di Don Bosco. Il fantino gialloblù trovava il varco giusto nel corso del secondo giro e con coraggio respingeva poi i disperati tentativi di Bighino. In cassaforte le prime due posizioni, con un Andrea Coghe sempre più bravo ed un Tittìa che ad Asti, pur brillando, fatica non poco a piazzare la botta vincente. Terzo posto, strameritato, per il generoso “Vittorio”.

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