Il Comitato San Pè, costituito lo scorso anno dai Commercianti di San Pietro, protesta per la soppressione del pullman navetta che collegava piazza 1° maggio a piazza Alfieri. «La motivazione
Il Comitato San Pè, costituito lo scorso anno dai Commercianti di San Pietro, protesta per la soppressione del pullman navetta che collegava piazza 1° maggio a piazza Alfieri. «La motivazione è che mancano i fondi per continuare il servizio commenta il vice presidente Luigi Poggi ma ci dovrebbero spiegare perché, se è così, non è stato soppresso tutto il servizio, che invece prosegue da piazza Alfieri allinizio di corso Torino. Per quale motivo dobbiamo essere penalizzati soltanto noi non ce lo ha detto nessuno. Il nostro quartiere ha una grande quantità di anziani, che utilizzavano il servizio per recarsi al mercato, oppure negli uffici comunali; senza la navetta dovranno rinunciare alle loro abitudini, oppure farsi portare negli stessi luoghi in automobile, aggravando la situazione del traffico, per la quale tutti si lamentano, salvo poi fare queste scelte».
Salvatore Ingrasci, dellAssociazione Regionale Consumatori, aggiunge che «questa decisione tocca soltanto la fascia più debole del quartiere, che qui è decisamente numerosa. Possiamo riunire tutti quelli che hanno bisogno e portarli in Comune, così avranno spiegazioni dirette da chi ha avuto questa idea». Leandro Quarello, segretario del Comitato, si mostra perplesso per una scelta «che va contro i nostri sforzi di mantenere il nostro quartiere il più possibile legato alla città, creando una continua interazione fra centro e periferia. Abbiamo invece limpressione che, mentre noi stiamo cercando di fare limpossibile per rendere vivo il quartiere, al Comune non importi proprio nulla delle esigenze della popolazione di questa zona. Vogliamo collaborare con il Comune, ma dobbiamo anche rilevare quello che ci danneggia».
Decisamente più polemico è Poggi, che conclude dicendo: «Noi le tasse le paghiamo, ma i servizi che abbiamo sono sempre più scarsi. Se i soldi sono pochi, se ne spendano di meno in consulenze, cercando di non dimenticare invece i bisogni della gente. E assurdo tagliare uno dei servizi che funzionava benissimo».
Renato Romagnoli