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Moscato, raggiunto l'accordo: la produzione aumenta
Economia

Moscato, raggiunto l'accordo: la produzione aumenta

Per il Moscato c’è l’accordo. Lo hanno messo nero su bianco, poco dopo l’una della notte scorsa, le organizzazioni agricole, i vinificatori e le case spumantiere in Regione. Nel ruolo di

Per il Moscato c’è l’accordo. Lo hanno messo nero su bianco, poco dopo l’una della notte scorsa, le organizzazioni agricole, i vinificatori e le case spumantiere in Regione. Nel ruolo di mediatore l’assessore all’agricoltura Claudio Sacchetto. «E’ prevalsa la consapevolezza di quanto fosse indispensabile siglare l’intesa per tutelare il comparto Moscato – ha commentato a caldo l’assessore -: un atteggiamento di responsabilità importante, le trattative si sono prolungate molto, giungendo all’accordo ai limiti del tempo a disposizione, ma alla fine è venuto fuori il buonsenso di tutti».

Accordo che (pare) accontenti le parti, a partire dalla resa: 95 quintali per ettaro (come chiedeva la parte agricola) ma, ed è la novità, di aumentare la produzione sino a 100 quintali/ettaro. «Ci sarà la possibilità di applicazione del meccanismo blocage-deblocage per ulteriori 5 quintali a ettaro – spiega in un comunicato la Regione -: lo sbloccaggio potrà essere effettuato per tutta o parte della quantità bloccata sulla base di apposita richiesta del Consorzio di tutela, corredata di dati oggettivi di imbottigliamento e vendita (e sentite le esigenze delle case spumantiere) previo parere favorevole e vincolante delle organizzazioni ed associazioni professionali agricole nell’ambito della Commissione Paritetica». Una valvola di sfogo che potrebbe accontentare il mercato.

Fronte prezzo. L’accordo, siglato nel 2012, era biennale, con compenso già fissato per la vendemmia 2013: 10,65 euro a miriagrammo che, al netto, scendono a 10,45. I venti centesimi saranno suddivisi in parti uguali tra per il fondo di parte agricola costituito nel 2010, di cui una parte destinati ai sorì, e il contributo al Consorzio per le attività istituzionali di promozione e tutela. «E’ emerso senso di responsabilità soprattutto da parte dei produttori – rimarca Giovanni Satragno, presidente dell’Associazione Produttori Moscato -, senza dimenticare che le trattenute ci penalizzano, beninteso che si tratta di un provvedimento eccezionale». Giudica “sostanzialmente equa” la resa di 95 quintali, sottolineando che «il blocage-deblocage dei 5 quintali deve essere concordato con le parti».

All’incontro decisivo erano presenti, per la parte agricola, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confagrimoscato, l’Associazione Produttori Moscato d’Asti, Vignaioli Piemontesi, due rappresentanti dei vinificatori e le case spumantiere Arione, Campari, Capetta, Tosti, Gancia, Martini e Rossi, Fratelli Martini, Cantine Manfredi, Santero e Toso. Per Sacchetto, intanto, un altro tavolo rimane aperto: è quello della paritetica sul Brachetto. La proposta è di 45 quintali ettaro, margine sul quale le cantine stanno riflettendo. Con il serio rischio che, se non si trova l’intesa, si va al mercato libero.

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