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Asti, un festival per ripensare le cittàcon buone pratiche da Italia ed estero
Cultura e Spettacoli

Asti, un festival per ripensare le città
con buone pratiche da Italia ed estero

Nel week-end del 27-29 settembre al Teatro Alfieri, a cura dell’ordine degli Architetti di Asti, si svolge la prima edizione di “A.S.T.I. FEST” Festival dell’Architettura Astigiano” dove

Nel week-end del 27-29 settembre al Teatro Alfieri, a cura dell’ordine degli Architetti di Asti, si svolge la prima edizione di “A.S.T.I. FEST” Festival dell’Architettura Astigiano” dove A.S.T.I. è l’acronimo di Architettura – Sviluppo – Territorio – Innovazione. Si tratterà di architettura e di pianificazione urbana. Ma perché un Festival dell’Architettura ad Asti? Alla vigilia degli incontri che preparano il festival vero e proprio (da domani a Palazzo Gazzelli, confronta articolo in alto), pubblichiamo il contributo di Marco Pesce, architetto e responsabile della commissione cultura dell’ordine degli architetti, che fa parte della direzione organizzativa della manifestazione.

La domanda può sorgere spontanea: in questi anni di pesante crisi, in tempi nei quali anche arrivare alla fine del mese per molti rappresenta un’impresa, perché parlare di architettura? A chi può interessare? E perché organizzare addirittura un Festival internazionale ad Asti? L’idea del Festival in realtà nasce anni fa, quando un gruppo di giovani professionisti, in seno alla Commissione Cultura dell’Ordine degli Architetti di Asti, hanno pensato che sarebbe stato bello andare oltre le solite, cicliche e sterili discussioni sui problemi della città; che sarebbe stato utile sentire che cosa i cittadini avessero da dire, quali fossero le cose che amavano e quelle che detestavano del luogo in cui vivevano, quali le loro sensazioni, i desideri, i consigli; che sarebbe stato interessante provare a guardare oltre lo steccato del nostro giardino cercando, in Italia e all’estero, città comparabili con Asti capaci di affrontare problematiche simili alle nostre e di trasformarle in occasioni di crescita.

Il neonato “A.S.T.I. FEST – Festival dell’Architettura Astigiano” è un evento finalizzato alla conoscenza e allo studio di esempi architettonici/urbanistici virtuosi in Italia ed in Europa, con riferimento a tematiche che siano di specifico interesse per la nostra città: l’idea è quella di far conoscere agli Enti territoriali deputati alla pianificazione edilizia ed urbanistica astigiana, ma anche alla popolazione tutta, realtà che abbiano saputo risolvere le proprie criticità con interventi particolarmente significativi in termini di qualità architettonica, sostenibilità economica ed ambientale, miglioramento delle condizioni sociali della popolazione.

I focus principali di questa ricerca (urbana, territoriale e sociologica), gli ambiti urbani che in via prioritaria abbiamo voluto indagare nella prima edizione del Festival sono: La Piazza (con particolare riferimento alle problematiche di Piazza Campo del Palio); i contenitori inutilizzati (ex Ospedale civile, alla ex Maternità di Via Corridoni e agli ex uffici A.S.L. di Via Orfanotrofio, al momento privi di una specifica funzione); la rifunzionalizzazione degli edifici industriali dismessi (ex stabilimento Way-Assauto); la riqualificazione di fasce fluviali ed aree verdi (lungo fiume Tanaro e lungo torrente Borbore). (…) L’edizione numero uno dell’A.S.T.I. FEST vuole essere una prima occasione di incontro, di dibattito, di indagine critica sulla città: un momento di esplorazione collettiva della realtà urbana astigiana, di scambio di idee, di condivisione di pensieri tra cittadini, tecnici ed amministratori, aventi come soggetto la città di Asti, le sue criticità e le sue risorse, i suoi limiti e le sue potenzialità, i suoi abitanti e le loro esigenze.

Tale lavoro necessariamente rimanda ad una successiva fase di studio e di analisi multidisciplinare più articolata, una sorta di indagine territoriale ad ampio spettro che sia in grado di generare un grande archivio (multimediale e crossmediale) al quale attingere per nuove, anche se inevitabilmente parziali, rappresentazioni della città; una sorta di ricerca partecipata, questa seconda fase, che non dovrà dimenticare che la città non è solo dei pianificatori, dei progettisti e degli amministratori: per alcune persone Asti significa semplicemente casa, per altri lavoro, per altri ancora un incontro, un viaggio, una speranza. Una città è tutto questo e molto altro: non solo un insieme di retini colorati su un foglio di carta, non un mero alternarsi di spazi e di volumi, strade e palazzi, parcheggi e capannoni; è anche (e soprattutto) un microcosmo di storia e di storie, di relazioni e di assenza di relazioni, di oggetti e di soggetti, di percezioni ed emozioni, di lente stratificazioni ed improvvisi traumi.

Credo che prima di reinventarsi per fare fronte alle sfide di questo nuovo secolo, prima di capire che cosa vuole diventare negli anni a venire, Asti debba necessariamente capire chi è ora, ricordando magari chi era ieri: con l’evento A.S.T.I. FEST l’Ordine degli Architetti della Provincia di Asti desidera scrivere la prima pagina di una (vasta, complessa, articolata, affascinante) ricerca dell’identità cittadina.

Marco Pesce

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