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Tribunale, scatoloni in partenza da AlbaLavori finiti, l'accorpamento si può fare
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Tribunale, scatoloni in partenza da Alba
Lavori finiti, l'accorpamento si può fare

A tempo da record, il tribunale di Asti potrebbe aggiudicarsi il premio per essere stato il primo, in Italia, a presentarsi pronto all’accorpamento che dovrebbe entrare in vigore il 13 settembre per

A tempo da record, il tribunale di Asti potrebbe aggiudicarsi il premio per essere stato il primo, in Italia, a presentarsi pronto all’accorpamento che dovrebbe entrare in vigore il 13 settembre per effetto della legge Monti sul ridisegno della geografia giudiziaria dello scorso anno. Mercoledì scorso è stato aggiudicato l’appalto per il trasloco delle attuali sedi di Alba e Bra a quella di via Govone; i lavori saranno seguiti dalla stessa ditta che già si era occupata del trasloco del tribunale di Asti dalla vecchia sede di piazza Catena a quella nuova. A fine mese fornirà gli impiegati di Alba degli scatoloni che dovranno essere riempiti e catalogati per essere portati ad Asti a partire dal 2 settembre. Per il 13, dunque, prevista a piena operatività astigiana di pubblici ministeri, giudici, personale amministrativo, polizia giudiziaria con le prime udienze nel nostro tribunale. Pronta la struttura che, sovradimensionata per le esigenze astigiane, si è confermata perfetta per accogliere anche i colleghi e i processi albesi.

Il responsabile per conto del Comune, il geometra Antonio Mazzola, ha portato a termine i lavori di adeguamento che hanno riguardato la realizzazione soprattutto di un archivio al piano dell’ingresso. Dividendo in due gli ampi corridoi che corrono dietro le aule di udienza, sono stati ricavati spazi per accogliere gli oltre 5 mila fascicoli in arrivo da Alba. Con un’imbiancata, il lavoro è finito. Ai piani superiori sono stati recuperati anche gli uffici per i cinque sostituti procuratori che andranno a rinforzare la “squadra” attualmente al servizio ad Asti. E’ bastato dividere con tramezze gli ampi uffici precedenti per ricavare le nuove sedi sia per i magistrati che per le loro segretarie. Una saletta avvocati è stata spostata in cima alle scale del primo piano, in un angolo luminoso.

In tutto questi interventi sono costati meno di 40 mila euro, sono stati realizzati in poche settimane e i locali sono già pronti ad accogliere il nuovo personale. Tutto questo salvo colpi di scena dell’ultimo momento di Governo o Parlamento. Respinto dalla Consulta il ricorso proposto da alcuni dipendenti del tribunale di Alba, rimane sospeso un decreto bipartisan Pd-Pdl sullo slittamento di un anno dell’entrata in vigore della riforma. A tenersi con contatto con il Ministero della Giustizia per capire cosa potrebbe succedere da qui al 13 settembre è l’onorevole Massimo Fiorio che riferisce come l’attuale orientamento sia di arrivare a quella data senza modificare nulla e lasciare dunque che la riforma entri in atto. Da subito per i tribunali come quello di Asti già pronti, oppure entro cinque anni per gli altri che abbiano bisogno di adeguamenti strutturali più imponenti.

«Ci sarebbero due opzioni in campo –prosegue Fiorio- la prima è quella di trasformare le sedi soppresse in sedi distaccate: ipotesi espressa dal Parlamento ma poco gradita al Ministero. Oppure una rivisitazione della riforma per salvare 5 o 6 sedi rinviando al Parlamento l’imbarazzo di scegliere quali. Ma, onestamente, non ritengo che i tempi possano consentire né la prima né la seconda opzione». In questi giorni vi sono dei tentativi, in Parlamento, di far passare nel “decreto del fare” un emendamento che porti allo slittamento dell’entrata in vigore della riforma in attesa di conoscere anche esattamente il futuro di Asti come capoluogo di provincia, ma il Ministero sembra ben intenzionato a respingerlo.

Daniela Peira

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