Con una preveggenza che non stupisce nemmeno troppo, il cinema racconta lattuale incertezza intorno alla figura del prossimo presidente della Repubblica, spedendo luomo qualunque Claudio Bisio
Con una preveggenza che non stupisce nemmeno troppo, il cinema racconta lattuale incertezza intorno alla figura del prossimo presidente della Repubblica, spedendo luomo qualunque Claudio Bisio negli appartamenti del Quirinale. Dietro a questa commedia che tenta lincursione nel mondo della politica ci sono due figure dal curriculum convincente, il regista Riccardo Milani (già collaboratore di Nanni Moretti e Mario Monicelli) e lo sceneggiatore Fabio Bonifacci, cui si devono E allora mambo, Lezioni di cioccolato e Benvenuti al Nord.
La storia: il Parlamento non riesce a trovare un accordo sul nome del presidente della Repubblica, finché la provocazione di alcuni onorevoli – candidare Giuseppe Garibaldi – finisce per trasformarsi in realtà con il voto delle due Camere. Ma la volontà dei parlamentari va rispettata, tanto più che di Giuseppe Garibaldi ne esistono ben cinque. Quello idoneo a ricoprire il ruolo è il cinquantenne Peppino, che abita in uno sperduto paesino di montagna.
Un drappello di funzionari e politici si mette sulle sue tracce, trovandolo lungo un torrente intento nel suo hobby preferito, pescare trote. Gli emissari romani hanno una richiesta ben precisa: Peppino deve rinunciare al mandato. Ma al momento del discorso al Parlamento, preoccupato per il futuro di suo figlio, sceglie di rimboccarsi le maniche per il bene degli italiani.
Benvenuto presidente
Di Riccardo Milani con Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Remo Girone
Italia 2013, commedia, 100