Turchia/ Cessate il fuoco Pkk, atteso “storico” appello Ocalan
Leader ribelli curdi chiederà pace in cambio diritti minoranza
Roma, 21 mar. (TMNews) – Dopo sei mesi di negoziati, il leader del ribelli curdi in carcere Abdullah Ocalan si prepara a un “appello storico” oggi, in occasione della festa di Nevruz, il capodanno curdo. Ocalan chiederà ai suoi uomini del Partito dei lavoratori del Kurdistan, il Pkk, di cessare le ostilità in corso da quasi trent’anni contro l’esercito turco, in preparazione di un ritiro verso le basi irachene della guerriglia. Invitando allo stesso tempo il parlamento di Ankara a garantire una pacificazione permanente nel Paese, con l’obiettivo di una “completa democratizzazione”, formula che allude a garanzie per i diritti della minoranza curda.
“Il nostro obiettivo è la democratizzazione di tutta la Turchia.
I nostri sforzi mirano a questo obiettivo. Nel contesto del raggiungimento dei questo obiettivo, sto lavorando per lanciare un appello in occasione della celebrazione di Nevruz il 21 marzo” ha scritto Ocalan in un messaggio letto dal presidente del partito filocurdo per la Pace e la Democrazia Selahattin Demirtas, dopo una visita di una delegazione parlamentare nel carcere di Imrali, un’isola del Mar di Marmara, dove il leader del Pkk sconta l’ergastolo. “La dichiarazione che preparerò sarà un appello storico. Questo appello comprenderà informazioni soddisfacenti su tutti piani politici e militari della risoluzione. Voglio anche risolvere la questione delle armi in tempi rapidi e senza la perdita di una sola vita” ha affermato Ocalan.
“Spero che il parlamento faccia la sua parte in linea con la sua missione storica e con la stessa rapidità per una rapida attuazione dl ritiro, e per una pace permanente” ha aggiunto il leader curdo. Intanto il premier Recep Tayyip Erdogan ha raccolto il messaggio di pace. “Facciamo sì che quest’anno Nevruz dia speranza e sparga il seme di una soluzione, facciamo sì che Nevruz sia un giorno di facce sorridenti” ha detto Erdogan parlando ai deputati del suo partito, Akp.
Gli osservatori sottolineano che l’organizzazione del ritiro dei circa 3.500 guerriglieri del Pkk dalla Turchia verso il nord Iraq, che rappresenterebbe la concreta fine delle ostilità, sarà più importante, ma anche più difficile da realizzare del cessate il fuoco, nei fatti già iniziato con la stagione invernale. Ocalan e i leader dei Pkk rifugiati sulle inaccessibili montagne nel nord Iraq hanno chiesto che il ritiro venga osservato da una commissione parlamentare. Secondo le indiscrezioni, le operazioni potrebbero compiersi quest’estate, per terminare tra luglio e agosto.
Non è ancora chiara la contropartita che Ankara è disposta a concedere alla ribellione curda per chiudere una guerra che ha fatto 40mila morti dal 1984 a oggi. Erdogan ha escluso qualunque tipo di amnistia nei confronti di chi si è macchiato di delitti di sangue, tuttavia sono migliaia i militanti e gli amministratori locali in carcere con l’accusa di terrorismo per aver espresso il loro sostegno al Pkk. E’ arrivato da poco in Parlamento un progetto di riforma della giustizia che modifica il reato di propaganda terroristica in senso più garantista, secondo quanto chiesto a gran voce dal Consiglio d’Europa, ma delude la aspettative dei curdi per la scarcerazione di migliaia di simpatizzanti della causa indipendentista. L’Akp non ha però escluso modifiche al testo di legge che permettano l’uscita dal carcere di tutti gli attivisti non coinvolti in azioni violente.
C’è poi la nuova bozza di Costituzione all’esame della commissione parlamentare di conciliazione che potrebbe essere emendata con una nuova definizione di cittadinanza che tenga conto delle minoranze e ne protegga l’autonomia.