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Casa di riposo, "clima irrespirabile"o "tutti contenti"? Cisl contro Ugl
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Casa di riposo, "clima irrespirabile"
o "tutti contenti"? Cisl contro Ugl

Lunedì scorso il Gip di Asti aveva rinviato a giudizio i vertici della Casa di soggiorno San Giuseppe di Castelnuovo Don Bosco. Ora la Cisl Funzione Pubblica attacca: «Confermati perplessità e timori che abbiamo espresso in tempi non sospetti su queste e altre vicende». Ma l'Ugl non ci sta e risponde: «I lavoratori sono sereni grazie alla direzione dell'ente»

Singolare botta e risposta fra sindacati sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’amministrazione e la direzione della Casa di soggiorno San Giuseppe di Castelnuovo Don Bosco. Come noto, lunedì scorso, il Gip di Asti ha rinviato a giudizio la direttrice Laura Ronco, il presidente del consiglio di amministrazione, il segretario comunale di Castelnuovo e i consiglieri di amministrazione per una serie di anomalie nella gestione di appalti e per le assegnazioni degli incentivi alla Ronco, che ha numerosi altri capi di accusa a suo carico.

Ad aprire le danze la Cisl Funzione Pubblica che per mano del suo segretario Salvatore Bullara, all’indomani del rinvio a giudizio che, in una nota, ha scritto: «I clamorosi sviluppi giudiziari non fanno altro che confermare la perplessità e i timori che abbiamo espresso in tempi non sospetti su queste (e su altre) vicende. Negli ultimi tempi –scrive Bullara ricordando che stanno già percorrendo la via giudiziaria altre vicende relative alla gestione della stessa Casa di Riposo- abbiamo assistito a procedimenti e provvedimenti disciplinari precipitosamente archiviati o revocati in seguito all’interno della Cisl per vizi formali o insussistenza dei fatti. Parliamo poi del rifiuto di disapplicare al personale quelle stesse norme che vengono ora invocate per la difesa degli imputati (due pesi e due misure?); attribuzione di profumate consulenze esterne anziché valorizzazione del personale interno; rifiuto di ascoltare il personale che ritiene di portare all’indirizzo politico dell’ente le proprie ragioni». Bullara conclude la sua nota parlando di una gestione del personale della struttura «giunta al punto più basso della storia dell’Ente con un disagio già palpabile che rischia di trasformarsi in qualcosa più grave».

A stretto giro di posta risponde l’Ugl che difende l’operato della direttrice. «Questo sindacato –scrive la segreteria- ha potuto notare negli anni in cui ha seguito i lavoratori, come la direttrice della struttura ha sempre tutelato gli interessi dei lavoratori anche scontrandosi duramente con la cooperativa di turno. Ad oggi la San Giuseppe è al completo e ha una lista di attesa che assicura continuità e serenità a tutti i lavoratori e questo è anche merito del lavoro svolto dalla direzione dell’Ente». Passando poi all’attacco diretto delle parole di Bullara: «Ci risulta strano quanto dichiarato dal segretario Cisl Funzione Pubblica relativamente ad un disagio del personale della Casa di Riposo in quanto una volta alla settimana siamo presenti in struttura e il clima che si respira non è quello descritto dalla Cisl e tutti i dipendenti possono vantarsi di aver percepito fino all’ultimo di quanto previsto dal loro Contratto nazionale dalle cooperative che si sono alternate e dalla attuale».

Bullara, in controreplica, confermando tutte le sue perplessità e i disagi riscontrati, ricorda come sia strano che l’Ugl parli di correttezza dei contratti visto che non firma quelli sulle cooperative sociali. E, rimanendo in tema di case di riposo attenzionate dalla Procura della Repubblica, l’Ugl è intervenuta anche sulla vicenda della Fonti San Rocco di Agliano Terme dove direttrice, medico, proprietario e due dipendenti all’epoca dei fatti contestati sono stati raggiunti dalle indagini chiuse nei giorni scorsi. «La denuncia e le accuse che hanno colpito la ex direttrice della struttura non coinvolgono né comprendono le Oss che operano ad oggi alle Fonti. Una quarantina tra Oss, infermieri, personale di cucina e ausiliarie operano ogni giorno nel completo rispetto degli ospiti e dei loro famigliari».

Daniela Peira

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