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San Damiano: Eataly va in campagnae punta sulla filiera corta
Cultura e Spettacoli

San Damiano: Eataly va in campagna
e punta sulla filiera corta

La strada è quella che da San Damiano svolta verso San Martino Alfieri: nella grande curva che a sinistra porta a Lavezzole ed a destra a San Luigi c’è la sede di una nuova realtà economica

La strada è quella che da San Damiano svolta verso San Martino Alfieri: nella grande curva che a sinistra porta a Lavezzole ed a destra a San Luigi c’è la sede di una nuova realtà economica astigiana, vale a dire la cascina che è stata scelta per ospitare “Eataly in campagna”. Gli spazi sono ampi e non mancano né gli spazi gioco per bimbi, né il parcheggio: grandi scritte ricordano che per trovare Eataly non è necessario andare in città, basta fermarsi ed entrare. La casa è di proprietà della famiglia Valle ed una scritta sulla parete delle scale che portano al primo piano dice : “Ca’d’Angelo, Ida e Giuseppina”.

«Erano i miei nonni materni – racconta Valter Valle, – e Giuseppina è mia mamma. Il nonno Angelo aveva due fratelli, Maggiorino e Santino: quest’ultimo, dopo aver prestato servizio militare in Trentino, ebbe l’idea di portare sulle colline sandamianesi la coltivazione delle mele, che qui non usava, essendo prevalente la vite. La proposta fu accolta dal resto della famiglia, che sin dagli Anni Trenta fu in grado di mettere sul mercato una forte produzione di pere e mele. In origine la casa era diversa e molto più piccola, ma nel corso degli anni fu ampliata e furono aggiunti stalle e magazzini: negli Anni Ottanta la struttura fu adibita alla lavorazione della frutta ed agli imballaggi. Io sono cresciuto qui e ho ereditato la passione per la frutta e per la campagna, che è anche diventata il mio mestiere, essendo io agronomo».

Cosa diventerà questa cascina?
«Oggi è iniziata una nuova fase, legata alla vendita diretta al consumatore della frutta e della verdura proveniente da due cooperative (“Buono Sano, Piemonte” e Sacoop di Savigliano), costituite da quaranta produttori che si pongono l’obiettivo della produzione e vendita a chilometro zero.»

Ma come entra Eataly in tutto questo?
«Questo nuovo modello non sarebbe nato senza lo stimolo e le idee di Oscar Farinetti – spiega Valle – e si avvale della presenza dei prodotti di eccellenza scelti da Eataly in tutte le regioni. Qui possiamo offrire ai clienti le migliori produzioni locali e nazionali, ma sempre nello spirito della filiera corta, per formare un acquirente consapevole, che si rifiuti di comprare fuori stagione frutta proveniente dal Cile, Nuova Zelanda o Sudafrica. Facciamoci furbi, perché con i prodotti di stagione guadagneremo in salute e spenderemo meno. Abbiamo poi i vini del territorio, liberi da solfiti, concimi e diserbanti, e la birra di Piozzo, prodotta da Teo Musso.»

Al piano superiore, nello spazio destinato alla ristorazione, campeggia un grande forno, per le pizze fatte con farine selezionate, ma si potrà cenare anche con la pasta di Antignano o di Gragnano, oppure gustare la carne di razza bovina piemontese.
«Sin dall’inizio – aggiunge Valle – abbiamo avuto la collaborazione di Oscar Farinetti e del grande chef Ugo Alciati, che ci ha indicato come sviluppare al meglio la ristorazione. Infine, abbiamo anche progetti didattici, che ci porteranno ad incontrare le scuole, ad organizzare corsi di potatura e di agricoltura sostenibile, di coltivazione dell’orto.»
Info: 0141-1743121 (eatalyincampagna@eataly.it).

Renato Romagnoli

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