La street parade è tornata tra le vie del centro per sensibilizzare le istituzioni sui problemi sociali che interessano un numero sempre più crescente di cittadini. Sabato pomeriggio il corteo,
La street parade è tornata tra le vie del centro per sensibilizzare le istituzioni sui problemi sociali che interessano un numero sempre più crescente di cittadini. Sabato pomeriggio il corteo, organizzato dalla Consulta delle case occupate, Collettivo Ex Mutua e dal Coordinamento Asti Est, è partito da San Domenico Savio e ha raggiunto lex ospedale di corso Alla Vittoria. Per le famiglie in emergenza abitativa lex nosocomio di Asti è un simbolo, né più né meno di quanto lo fosse la Bastiglia ai tempi della Rivoluzione Francese. Un simbolo che i contestatori hanno idealmente presidiato per denunciare il disagio sociale che coinvolge le famiglie in emergenza abitativa mentre molti contenitori continuano ad essere vuoti in attesa che i tempi siano più maturi per il loro recupero.
Ad Asti ci sono oltre 700 aspiranti assegnatari di alloggi popolari e un centinaio di famiglie colpite da sfratto esecutivo. Il coordinamento Asti Est, anche attraverso azioni di protesta come la street parade, vuole denunciare il cosiddetto «blocco del mercato immobiliare» provocato dal partito del mattone che, secondo i contestatori, «ha azzerato nel corso degli ultimi decenni ogni ragionevole idea di sviluppo urbano». Chi è sceso in strada sabato pomeriggio non esita ad utilizzare parole forti contro il sistema che ha provocato la bolla immobiliare «vale a dire lintreccio tra speculazione immobiliare e profitti finanziari, quello perverso tra leconomia di carta e di mattone, che non è ancora venuto completamente alla luce». Da qui la proposta del Coordinamento e delle associazioni che hanno aderito alla street parade di coinvolgere la cittadinanza attiva per la difesa dei diritti costituzionali.
Una chiamata che riguarda «i cittadini a cui è negato il diritto ad una casa, i lavoratori della conoscenza, gli artigiani, gli operai che affermano in questa situazione la necessità di una politica della casa popolare, di una urbanistica del recupero dei valori duso, di una vocazione mercantile non abbandonata ai suoi spiriti più animali, di un gusto del vivere civile e del paesaggio naturale». Non avendo ottenuto le risposte attese da tempo (vengono chieste al Comune azioni straordinarie al di là dei tavoli tecnici di confronto) ecco che la street parade arriva ad giustificare parole pesanti come «requisire, espropriare e occupare la proprietà assenteista, vale a dire tutta quella proprietà che si è sottratta, soprattutto nellultimo trentennio, a qualunque funzione sociale, che si è resa estranea agli imperativi dellarticolo 41 della Costituzione». Lidea dellesproprio era già stata paventata durante il Consiglio comunale aperto sullemergenza abitativa ma oggi le associazioni rilanciano e si rivolgono allamministrazione comunale chiedendole di mettere in atto le azioni necessarie per interventi di estrema urgenza.
«Lelenco degli edifici vuoti è da tempo sui tavoli – dicono gli animatori della protesta – alcuni di questi sono stati segnalati più volte e in vario modo, persino alla Prefettura: il Ferrotel, gli edifici dismessi dallAsl, gli edifici occupati di strada Volta, gli edifici di via Bistolfi e di salita al Fortino, tutti quelli di proprietà delle banche e di possidenze varie che presumibilmente saranno censiti nellinchiesta sul patrimonio immobiliare della città avviata dalla stessa amministrazione comunale». Lazione chiesta dal Coordinamento è mirata a risolvere le criticità ma cè chi non nasconde le paure di molti, ovvero «il procastinare lattesa che tutto torni come prima e che il partito del mattone riprenda la sua attività». Durante il presidio ai giardini pubblici ci sono state alcune testimonianze di cittadini colpiti dalla crisi economica e tra loro ha parlato anche un uomo recentemente indagato per un furto in un supermercato: aveva taccheggiato 35 euro di alimenti in scatola perché non sapeva più come sfamarsi.
Riccardo Santagati
@rickysantagati