Lassemblea dei soci ha deciso la messa in liquidazione volontaria della cooperativa. Continuerà lattività legata alla produzione dello spumante Canej, salvi i posti di lavoro
Dunque è ufficiale. Mercoledì sera lassemblea dei soci della Cantina Sociale di Canelli ha decretato a porte chiuse la messa in liquidazione volontaria della cooperativa. Una scelta dolorosa, forzata da una situazione finanziaria non più sostenibile. Già da tempo indiscrezioni parlavano di forti difficoltà legate alla difficile congiuntura economica confermate in aprile dallo stesso presidente Roberto Marmo. Da quanto emerge pare inevitabile la chiusura della cantina mentre continuerà lattività legata alla produzione dello spumante Canej sulla base degli accordi stretti con il gruppo olandese «Baarsma». In questo modo i circa trenta dipendenti dovrebbero conservare il proprio posto di lavoro poiché tutti sarebbero dirottati su questa linea di produzione.
Quanto ai 200 soci della cooperativa, che ancora aspettano il pagamento delle uve della passata vendemmia per un valore di 1 milione e 800 mila euro, questi potranno da oggi ritenersi liberi da ogni vincolo e conferire le proprie uve ad altre cantine. Sempre da quanto è emerso dallincontro si procederà a versare ai soci il 40% del dovuto mentre il restante 60% sarà versato nei prossimi tre anni. Davvero una parabola inaspettata dato che dagli stabilimenti di via Buenos Aires uscivano 3 milioni di bottiglie lanno mentre la produzione di bottiglie Canej portava entrate per 6 milioni e 200 mila euro. Un tracollo quindi rapido quella della Cantina Sociale che Roberto Marmo spiega «essere legato alla difficile congiuntura economica. Ora il nostro obiettivo è di salvaguardare loccupazione».
Inspiegabile, secondo altri tanto da lasciare di sasso tutto il mondo enologico locale. In particolare Antonio Ciotta direttore della Coldiretti di Asti si interroga su questo deficit, considerato che il mercato degli aromatici e degli spumanti è in crescita soprattutto allestero. «La causa» spiega Ciotta «è che non si tratti tanto del mercato o del prodotto quanto di cattiva gestione». Gli fa eco dalla Cia il suo presidente Dino Scanavino che aggiunge: «Apprendiamo la notizia della messa in liquidazione con rammarico. La cantina sociale di Canelli è una delle realtà economiche più antiche del territorio come daltra parte sono antichi i suoi problemi di gestione. Criticità che evidentemente in questi anni non sono state superate». Da Confagricoltura il direttore Francesco Giaquinta approva la decisione presa in assemblea, «in sostanza si è scelto il male minore».
Per tutte le associazioni di categoria resta vivo il timore per il reddito degli agricoltori. Giaquinta ha trovato «positivo che i contratti di liquidazione delle uve siano stati ceduti ad una SRL. Questo soggetto privato ci da maggiore garanzia. Restiamo però vigili». Situazione monitorata anche dagli uffici di Confcooperative ad Asti dove il direttore Pietro Cavallero dichiara: «E una perdita economica importante per il nostro territorio. Siamo in attesa del piano industriale dei liquidatori. Spero vengano rispettate le spettanze dei soci conferitori e dei creditori». Davvero un triste compleanno per una cantina che nel 2013 raggiunge gli 80 anni di attività. Intanto anche la politica si attiva. A Canelli Oscar Bielli ha presentato uninterrogazione per chiedere un confronto in consiglio comunale, in cui siede anche Roberto Marmo per avere risposte in merito al futuro della Cantina.