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400 anni portati beneAssedio: edizione da record
Cultura e Spettacoli

400 anni portati bene
Assedio: edizione da record

Quella del quattrocentenario non ha deluso le attese: sono tornate le grandi presenze in costume con 1.200 figuranti tra la cittadella e la Sternia e ben 700 armigeri sui campi di battaglia, uomini e donne di 25 gruppi storici provenienti da tutta Italia ed Europa. Ospiti ormai fissi quanto graditi gli uomini d’arme di Francia, Svizzera, Danimarca e Inghilterra

Battaglie a fil di spada, rombo di cannoni, spezie e profumi tra le contrade illuminate dalla luce tremolante delle torce. L’Assedio mantiene immutato il suo fascino anche per l’edizione 2013 che, proprio quest’anno, saluta il Quattrocentenario. Un appuntamento importante celebrato con i numeri: sono tornate le grandi presenze in costume con 1.200 figuranti tra la cittadella e la Sternia e ben 700 armigeri sui campi di battaglia, uomini e donne di 25 gruppi storici provenienti da tutta Italia ed Europa. Ospiti ormai fissi quanto graditi gli uomini d’arme di Francia, Svizzera, Danimarca e Inghilterra. Tra questi, i più apprezzati per l’immancabile foto-ricordo i 66 scozzesi con il loro kilt, le folte barbe e il sorriso sempre acceso, a meno che non li si incontri con la spada sguainata.

Successo di visitatori, sopratutto il sabato sera, almeno 40 mila le presenze con alberghi da tutto esaurito e 200 camper stazionati per la due giorni sotto il sole di giugno. «Il tempo ci ha premiati» ha commentato il sindaco Marco Gabusi, anche lui in costume nel ruolo del suo antico predecessore: «la città ha risposto bene. I volontari del gruppo storico ma anche le attività commerciali hanno fatto un gran lavoro. In poche ore il centro città si è trasformato in un borgo del Seicento». Iuta e stoffe per nascondere l’arredo urbano e moderno, panche, tende e paglia per ricreare la magia di una taverna o di un vero campo militare in attesa della battaglia.

Il sabato pomeriggio la festa ha inizio con l’arrivo delle milizie dei Gonzaga capitanati dal duca di Nevèrs, alias il nicese Dedo Roggero Fossati. Ad attenderli il colonnello Taffini di Savignano, l’assessore Aldo Gai, e il popolo di Canelli fedele ai Savoia, che sceglie di non capitolare. Piccola scaramuccia in piazza Cavour davanti alla porta, ricostruita, della città. Si scontrano i picchieri, sparano i moschetti ma la città non si arrende. Al via dunque la lunga notte di Assedio nelle taverne e osterie con menu per tutti i gusti e le tasche, dagli 8 ai 22 euro. Solo la prima sera sono stati esauriti tutti i testoni, la moneta corrente per le taverne della Canelli del 1613, per un valore di circa 50 mila euro. Mentre lo spiedo gira sul fuoco negli accampamenti si brinda con il Barbera e il Moscato.

Segue la suggestiva battaglia al chiaro di luna sui prati del castello Gancia, su regia della compagnia Teatro degli Acerbi. La festa è terminata verso le 3 del mattino, l’indomani sveglia presto per i soldati. Alle 9:30 marcia in salita lungo la Sternia per arrivare sui prati del castello Gancia dove aspetta il nemico. Epica battaglia finale tra le truppe del colonnello Taffini e gli uomini del Duca di Nèvers dove a vincere sono i canellesi. Un ferito, reale, sul campo è stato portato all’ospedale, se l’è cavata con qualche punto alla gamba. Nel pomeriggio giochi di forza in piazza Cavour. A vincere il gioco della Carra il gruppo macedone «Alessandro Magno» di Moasca.

Un Quattrocentenario da ricordare: non soltanto si sono confermati i grandi numeri delle presenze degli anni d’oro ma anche per il ritorno di Piergiuseppe Dus nei panni del Duca di Savoia e per l’addio definitivo e ufficiale del nicese Dedo Roggero Fossati al ruolo del Duca di Nèvers. «Intendo salutare l’amico Dedo e ringraziarlo  ufficialmente per questi anni a Canelli – ha dichiarato al termine l’assessore Aldo Gai – Un pezzo di storia dell’Assedio viene a mancare». Ringraziamenti anche al Gruppo storico Militare di Valerio Iaboc e ai volontari delle associazioni canellesi che hanno nuovamente fatto rivivere la magia del Seicento.

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