Il grido dallarme della presidente Coppa e dei fornitori del settore ospedaliero: «In Piemonte la situazione è drammatica, il Governo Letta che deve distinguersi dai precedenti dando un segnale forte verso leconomia reale. In primo luogo evitando laumento dellIva». La scorsa settimana affollata assemblea di Ascom Confcommercio in diretta con Roma…
«In Piemonte la situazione è drammatica e il tempo di sopravvivenza delle nostre imprese è poco. Nonostante tutto, comunque, nutriamo una grande speranza nel Governo Letta, che deve distinguersi dai precedenti dando un segnale forte verso leconomia reale. In primo luogo evitando laumento dellIva». Così Maria Lusia Coppa, presidente regionale e vice presidente nazionale dellassociazione di categoria Ascom Confcommercio, è intervenuta allassemblea confederale che si è svolta mercoledì in Camera di Commercio, in diretta streaming con lassemblea nazionale che si svolgeva in contemporanea a Roma dove il presidente, Claudio Sangalli, ha denunciato i gravi problemi che affliggono leconomia italiana chiedendo un cambiamento profondo della politica in Italia e in Europa. Intervento ascoltato anche dalla platea astigiana che, inoltre, ha potuto unirsi a quella romana per far sentire la voce dal territorio: a fianco di Asti, analoghi collegamenti sono stati effettuati con Bologna, Milano, Napoli e Palermo.
Per quanto riguarda la nostra provincia, il tema di dibattito scelto era quello dei ritardi dei pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione, arricchito anche dalla testimonianza di Sergio Maiocco, imprenditore e presidente di Asfo, lAssociazione dei fornitori ospedalieri che fa capo a Confcommercio. Maiocco ha evidenziato il problema portando la testimonianza di una ditta con 40 dipendenti, presente sul mercato della sanità piemontese da oltre 30 anni, che allo scorso 31 maggio vantava crediti, nei confronti della Pubblica amministrazione, pari a 7,4 milioni di euro, scaduti da un anno. «Tutti i giorni – ha affermato – noi imprenditori del settore garantiamo consegne e servizi, e con altri 450 distributori piemontesi rappresentiamo un segmento capace, competente, affidabile, adatto a garantire qualità ed efficienza al sistema. E nonostante ciò non siamo pagati nei termini pattuiti. Non possiamo interrompere il servizio, a meno di riunciare a contratti scritti, e per far valere i nostri diritti ci vediamo obbligati a ricorrere alle aule dei Tribunali, con ulteriore aggravio di costi. Però, nel caso fossimo noi a non rispettare gli impegni, saremmo assoggettati al Codice penale con pene variabili da 1 a 3 anni».
«Auspichiamo – ha concluso – che chi deve fornire gli indirizzi strategici non continui a gestire le aziende ospedaliere e sanitarie come avviene oggi. Ai fornitori che svolgono correttamente il proprio lavoro interessa semplicemente che i tempi dei pagamenti siano quelli indicati dalle norme e da quanto sottoscritto nei contratti. Questo deve rappresentare la normalità in un Paese normale». Lintervento ha ricevuto un convinto applauso dalla platea astigiana, composta da commercianti e piccoli imprenditori, alcuni dei quali hanno esposto cartelli di protesta, tra cui quelli riportanti le scritte Basta tasse, oppure Basta con lequazione commercianti = evasori. A Maiocco ha fatto eco nuovamente Maria Luisa Coppa che, dopo aver ricordato anche i tanti imprenditori costretti a lasciare lItalia, ha poi posto laccento sulla necessità urgente di interventi concreti da parte del Governo Letta.
«Siamo ancora fiduciosi verso il nostro splendido Paese – ha affermato – ma i segnali devono esserci. A questo proposito ricordo che con questa pressione fiscale non si va da nessuna parte: inoltre non possiamo accettare il paventato aumento dellIva né la minaccia dellImu, che al momento non esclude lassoggettamento degli immobili strumentali». Al riguardo dellaumento dellaliquota Iva il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, dal palco romano, non ha dato alcuna rassicurazione, affermando che «mancano le coperture finanziarie per consentirne la cancellazione», tanto che da ricevere fischi anche dallassemblea astigiana.
«Siamo coscienti – commenta Claudio Bruno, direttore provinciale Ascom – che lIva non rappresenta la principale causa della contrazione dei consumi, ma è certo che il suo incremento non aiuterà di sicuro il commercio. Le risorse si trovano anche tagliando certi costi, magari cominciando da quelli della burocrazia e della politica, e non solo aumentando la pressione fiscale». «Il presidente nazionale Claudio Sangalli – aggiunge Aldo Pia, presidente provinciale dellassociazione – è stato preciso e puntuale nellevidenziare i temi che premono e condizionano fortemente il settore del commercio. Siamo però tutti consapevoli che la cosa che rischia di mancare, e che sta già forse condizionando e pregiudicando loperatività delle imprese, sia il tempo. Usiamo le parole in modo più pragmatico e tutti assieme cerchiamo di trovare la concretezza nelle soluzioni, individuando delle priorità, immediatamente applicabili, senza dimenticare le riforme istituzionali».
Elisa Ferrando