E' stato rinvenuto durante un'ispezione dei carabinieri in un alloggio di Asti e, lavorandoci sopra, ha portato alla maxi operazione Cocash con oltre trenta arresti e 31 kg di droga sequestrata o documentata.
Gli investigatori di lungo corso non hanno difficoltà ad ammetterlo: insieme alle doti da segugio, perchè un'operazione riesca bene ci vuole anche una dose di buona fortuna. E i carabinieri che hanno lavorato all'operazione Cocash che ha portato all'emissione di una trentina di ordinanze di custodia cautelare e alla documentazione dello spaccio di oltre trenta chili, la loro "botta" l'hanno avuta. E' successo quando, durante un'ispezione dentro un covo logistico ed operativo ad Asti, uno degli appartamenti che gli albanesi avevano affittato con prestanomi e dove dividevano grandi partite di cocaina in pacchetti più piccoli o in dosi da spacciare al minuto, è stato trovato in fondo ad un cassetto, un prezioso taccuino sul quale era annotata la contabilità dell'organizzazione.
In particolare erano scritti nomi dei clienti, indirizzi, quantitativi di approvvigionamento e la loro posizione di dare/avere nei confronti dello spacciatore di riferimento. Il "contabile" che teneva il taccuino aveva maneggiato in pochi mesi qualcosa come 10 chili di cocaina, tutti venduti ad altri albanesi che operano nel centro e nord Italia. In un'altra occasione, sempre in uno degli alloggi in uso agli spacciatori i carabinieri, sempre durante un'ispezione all'oscura dei suoi occupanti, hanno trovato quasi mezzo chilo di cocaina pura nascosta dentro una scatola di liquori nella sala da pranzo. In quel caso ne venne prelevata una piccolissima quantità sottoposta alla campionatura che è servita per imputare quell'episodio agli indagati anche se non è stata sequestrata immediatamente ma con il cosiddetto "sequestro ritardato".
In Cocash sono rientrati anche tanti altri precedenti episodi di piccolo e grande spaccio e di arresti in flagranza fatti sempre sullo stesso filo conduttore della grande organizzazione albanese.
Quello che è emerso molto chiaramente dalla lettura degli atti, è che sono state alte le quantità di droga circolate ed altrettanto alte le cifre girate per le mani dei fratelli Alibej (dei quali uno già in carcere per essere stato trovato con un chilo di cocina) e degli altri albanesi appartenenti all'organizzazione. In un colpo solo, i due fratelli, attraverso un emissario che si occupava di far arrivare la cocaina dall'Olanda, avevano acquistato 15 chili di cocaina per un controvalore di oltre 330 mila euro.
E poi decine di altri episodio in cui sono stati documentati e filmati passaggi di chili di cocaina per cifre fra i 18 e i 60 mila euro ogni volta, a conferma della grandissima vivacità di questo canale di rifornimento di mezza Italia. E anche della pericolosità dei suoi componenti, visto che nel corso delle notifiche delle ordinanze di custodia cautelare di martedì mattina, è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale di armi con numeri di matricola abrasi a casa di un indagato.
Daniela Peira