Freddo e pioggia stanno causando disastri su disastri alle colture astigiane. Quello che qualche giorno fa era stato lanciato come allarme dalle associazioni di agricoltori, con il persistere del
Freddo e pioggia stanno causando disastri su disastri alle colture astigiane. Quello che qualche giorno fa era stato lanciato come allarme dalle associazioni di agricoltori, con il persistere del maltempo è diventato un assillo e cominciano a fioccare le percentuali di perdita di raccolti. Così la Cia quantifica fra il 30% e il 40% il calo di produzione della frutta con percentuali quasi assolute per quanto riguarda prugne e ciliegie. I foraggi, che sembravano essere fra i pochi settori ad aver usufruito delle abbondanti piogge primaverili, alla fine hanno dovuto registrare la perdita di un intero taglio di fieno visto che lacqua ristagnante ha fatto marcire i prati e gli agricoltori non sono potuti entrare a tagliare e raccogliere il fieno. Chi lo ha fatto, ha inevitabilmente provocato danni da calpestamente mettendo a repentaglio anche la quantità e qualità del secondo taglio. Discorso a parte lo meritano le semine, impedite in moltissimi casi facendo scivolare così la stagione in un ritardo difficilmente recuperabile.
Daltra parte, che aveva già seminato allinizio di questa lunga ondata di maltempo, si è visto i campi allagati e i semi marciti con un terreno così compatto da impedire alla maggior parte dei germogli di spuntare. Dalle schede tecniche della Coldiretti curate dal dottor Antonio Bagnulo, si rileva che le colture in serra hanno accusato soprattutto la mancanza di luce e le basse temperature. Stesso problmea per i primi trapianti in pieno campo, danneggiati dal ritorno di freddo e dalleccesso di piogge, con terreni impraticabili. Anche le piante più tenaci che hanno superato la fase più critica, mostrano forti rallentamenti di sviluppi, sicuramente oltre i 15/20 giorni rispetto alla media stagionale. Facili previsioni si possono fare sulle colture di grano, orzo, mais e soia il cui raccolto è già compromesso. «Chi è riuscito a seminare, spiegano da Confagricoltura Asti – sta verificando un fenomeno crescente di asfissia radicale che conduce alla morte delle piante messe a dimora. I raccolti subiranno decurtazioni vicine al 30% ma il dato potrebbe ancora peggiorare».
Fra i dati tristemente certi, vi è quello che riguarda il settore viticolo. Infatti, a causa del maltempo, è ormai sicuro che questanno non verrà prodotta uva in abbondanza. Le copiose precipitazioni porteranno, nel momento in cui aumenteranno le temperature, ad unalto tasso di umidità che provocherà la cascola dei fiori con una diretta riduzione di prodotto. Prodotto che già ora subisce attacchi anticipati di peronospora che, contrariamente al solito, non si sono verificati sulle foglie, bensì sui grappoli, compromettendo così definitivamente la vendemmia. In molte vigne, poi, è stato impossibile entrare in vigna per fare i trattamenti a causa del fango fra i filari. E i primi temporali con grandise su alcune aree del Canellese, hanno ulteriormente falcidiato i vigneti. Non se la passano bene nemmeno i proprietari di noccioleti, coltura sempre più diffusa nella nostra provincia: le piogge hanno impedito laccesso di uomini e mezzi impedendo i trattamenti contro le infestazioni dellacaro eriofide. E dal fronte delle previsioni meteo non arriva nessun segnale incoraggiante per i prossimi giorni.
Daniela Peira