«Cittadini di Cerro Tanaro, siete favorevoli al rimodellamento morfologico verso sud della copertura della discarica esistente in località Cascina Boschetto utilizzando sia compost di qualità sia
«Cittadini di Cerro Tanaro, siete favorevoli al rimodellamento morfologico verso sud della copertura della discarica esistente in località Cascina Boschetto utilizzando sia compost di qualità sia la frazione organica stabilizzata proveniente da impianti di trattamento meccanico biologico?»: questo il quesito del referendum che circa 500 residenti di Cerro si troveranno sulla scheda il 30 giugno, giorno in cui si terrà la consultazione. I cittadini saranno così coinvolti in prima persona nella risposta da dare a Gaia spa, la società di gestione degli impianti di smaltimento rifiuti che aveva inviato a fine marzo la richiesta di poter ampliare la zona dellattuale discarica.
Un vero e proprio allargamento, che supererebbe i confini attuali del sito, verso il lato sud e che verrebbe allestito per ospitare esclusivamente la frazione organica stabilizzata, il cosiddetto compost grigio. Si tratta di quella parte di rifiuto organico che non può diventare compost di qualità per le troppe impurità contenute e che, dopo un trattamento di inertizzazione, finisce in discarica insieme ai rifiuti indifferenziati. Il primo cittadino di Cerro Tanaro, Mauro Malaga, spiega il ricorso al referendum: «Questa amministrazione è giunta al suo ultimo anno di legislatura e io personalmente sono alla fine del secondo mandato. Non ci è sembrato giusto prendere decisioni che ricadranno, in un senso o nellaltro, sul futuro del paese e dei prossimi consigli comunali».
Nella realtà il consiglio comunale attuale ha tutta la legittimità per decidere in autonomia, ma la maggioranza ha scelto di chiedere il parere ai suoi cittadini. Lesito del referendum del 30 giugno non sarà vincolante, ma darà lindicazione allamministrazione sulla volontà dei suoi cittadini, con i quali ha sempre condiviso le scelte riguardanti lingombrante presenza della discarica sul territorio. Rispondere sì avrebbe significato impegnare la collettività in una promessa che durerà per molti anni; rispondere no avrebbe invece troncato da subito le opportunità economiche derivanti dalle royalties cui Cerro ha diritto per il fatto di ospitare impianti di smaltimento sul suo suolo. Nella richiesta di Gaia non ci sono ancora numeri: nè di superficie necessaria allallargamento, nè di volumi di materiale da conferire. Prima si sente cosa pensa la gente, e poi si faranno, eventualmente, studi di fattibilità.
Daniela Peira