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Vorrei essere nel Club
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" La mia vita e la tournéeè tutto dentro al mio club privèI dj-set, le tipe, il rapè tutto dentro al mio club privè… "“Club Privè”. Sottotitolo “Ti presento i Dogo”. Ogni

" La mia vita e la tournée
è tutto dentro al mio club privè
I dj-set, le tipe, il rap
è tutto dentro al mio club privè… "

“Club Privè”.
Sottotitolo “Ti presento i Dogo”.
Ogni lunedì. Alle 22. Solo su (M)TV.
Sigla (clicca qui).
Ecco l’ultimo arrivato nella mia top-5 televisiva, capace persino di scalzare un caposaldo dell’intrattenimento per decerebrati quale “Jersey Shore”, versione transoceanica di “Tamarrolandia” (clicca qui per vedere un “tamarro transoceanico”). Ora, per quale stramaledetto motivo, con una precisione ciclica che farebbe impallidire un orologiaio svizzero, mi infogno nei programmi tv più insulsi? Buio.

Quel che è certo è che oggi come oggi il mio lunedì sera è salvato da Jake La Furia, Gué Pequeno e Don Joe. I Club Dogo, in sintesi. Gruppo hip-hop milanese sulle scene da una decina d’anni, giunto oggi a un successo di pubblico piuttosto ampio.
Bene. Va detto che non sopporto la loro musica per più di dodici secondi netti di ritornello, che già di per sé dovrebbe essere la parte più coinvolgente di una canzone, e non è per fare il bastardo saccente ma penso anche che i contenuti musicali del gruppo siano abbastanza sotto la media. Eppure, cosa che NON rappresenta un titolo di merito, loro sono lì, a un passo dal disco di platino, dove forse vorrebbe essere la maggior parte dei musicisti (è inutile che facciate i superiori, gli artisti incompresi o gli intimisti). E in quel ci sguazzano alla grande. Celebrità, donne, denaro. Tutto, sempre, smaccatamente, oltre. Com’è giusto che sia per il loro target. Un target custom, su misura: l’incrocio definitivo tra zarro e arrogante, zarrogante che dir si voglia. Spontaneo, sincero, naif. (Quasi) senza filtri.

Tutto questo è “Club Privè”. Mostra la vita pubblica dei Club Dogo, quello che li circonda durante i tour, il lavoro in studio e la promozione. Non solo, entra anche nella loro vita privata. Dalle grigliate del fine settimana al battesimo del nipotino, dalla partita di calcetto fra amici al rito della domenica a San Siro a tifare il Milan come ultras indemoniati. E con loro, in modo simbiotico, si muove tutta la crew (o entourage), una carrellata di personaggi spassosissimi come l’autista e fac-totum Emi Lo Zio tra i «minchia boh» e i «bella zio» della più classica tradizione della periferia metropolitana milanese (clicca qui). Una grande commedia-realtà.

Gente qualunque che ce l’ha fatta? Forse. C’è a chi piace la loro musica, a chi la loro attitudine, ad altri i loro video patacconi e tamarri o i loro testi. Di certo “Club Privè” li rende onesti agli occhi del pubblico e ad esso li avvicina.
Personalmente tutto questo mi interessa molto poco, la cosa più divertente è accomodarsi in poltrona e ritagliarsi un’ora tra le 22 e le 23 del lunedì sera. Il divertimento è garantito.

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