La Manovra di Heimlich salva la vita a un’infermiera
Difficilmente Mariangela Barbera, infermiera pediatrica al consultorio di via Baracca, ad Asti, dimenticherà quanto successo il 25 maggio scorso quando ha rischiato di morire, in casa, davanti agli occhi della figlia Cheryl. L’incidente è avvenuto a Torino dove la donna abita con i figli.
Tutto è avvenuto in pochi secondi, a pranzo, quando Mariangela ha iniziato a mangiare il pollo appena cucinato. Un piccolo pezzo di carne le è andato di traverso, ostruendo le vie aree superiori e bloccandole, di fatto, la respirazione.
“E’ stato un attimo: – racconta l’infermiera che ad Asti gestisce lo “Spazio mamma” del consultorio dove si occupa dei bimbi fino al primo anno di vita – ho sentito che mi mancava il respiro e, appena ho provato di bere un po’ d’acqua, questa è tornata su uscendo dal naso. Ho tentato di tossire, ma non è successo nulla. Dopo pochi minuti sono diventata cianotica ed è stato in quel momento che ho temuto di perdere i sensi. Per fortuna mia figlia ha messo in pratica ciò che aveva imparato durante un corso alla Croce Verde di Asti e ha effettuato la Manovra di Heimlich riuscendo a disostruire, anche se solo in parte, le vie aeree rimaste occluse dal pollo”.
Grazie alla manovra, Mariangela è riuscita a respirare parzialmente, a fatica, sebbene non sia riuscita ad espellere il pezzetto di pollo andatole di traverso. Quindi la figlia non ha potuto fare altro che chiamare il 112 per chiedere l’intervento di un’ambulanza.
La corsa in ospedale e la disostruzione risolutiva
Circa 20 minuti dopo sono arrivati i sanitari che indossando tutti i DPI necessari a fronteggiare il Coronavirus, come previsto dal protocollo vigente, l’hanno soccorsa e portata all’ospedale San Giovanni. “Qui – racconta la donna – sono stata visitata da un otorinolaringoiatra che in un primo momento ha temuto di dovermi portare in sala operatoria per eseguire la rimozione del boccone rimasto in gola. Quando gli ho spiegato che non si trattava di un ossicino, ma di un bocconcino di carne, il dottore ha utilizzato un sondino e, passando dal naso, ed è riuscito a muoverlo permettendomi di tornare a respirare regolarmente”.
Dopo il grande spavento, Mariangela è tornata a casa dalla figlia. Dalla sua disavventura ha però imparato che “la vita è preziosa e che basta davvero poco a perderla, anche per un banalissimo pezzetto di pollo”; ma soprattutto “che i corsi dove ti insegnano le manovre per la disostruzione delle vie aeree superiori sono importantissimi e possono fare la differenza tra la vita e la morte”.
“Se mia figlia non avesse imparato la Manovra di Heimlich, – conclude l’infermiera – oggi non sarei qui a raccontare questa storia”.