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Il «contratto» del Pdl per il bene del territorio con Marmo e Galvagno
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Il «contratto» del Pdl per il bene del territorio con Marmo e Galvagno

E’ un contratto di dieci punti quello che i candidati alla Camera per il PDL, Roberto Marmo (già deputato dallo scorso maggio) e Marco Galvagno, hanno stipulato con gli astigiani, a favore del

E’ un contratto di dieci punti quello che i candidati alla Camera per il PDL, Roberto Marmo (già deputato dallo scorso maggio) e Marco Galvagno, hanno stipulato con gli astigiani, a favore del territorio, in vista della imminenti politiche. Siglato ufficialmente venerdì mattina, presso la sede del partito, in via Carducci, il documento è stato «un’aggiunta di carattere locale, proposta dal coordinatore provinciale del partito, Paolo Milano, rispetto al patto del parlamentare, che i candidati hanno sottoscritto al momento dell’accettazione della candidatura». «Ho ritenuto – ha spiegato Milano – che si debbano impegnare maggiormente le loro forze, per cercare di risolvere le problematiche e le istanze del nostro territorio, su cui serve un monitoraggio continuo, soprattutto in merito ai servizi. Il contratto in questione serve inoltre a rafforzare la credibilità».

Nello specifico, gli obiettivi contenuti nel documento prevedono «di non tradire il mandato degli elettori, passando ad altro gruppo parlamentare; votare il dimezzamento degli emolumenti dei parlamentari; approvare la riforma della Costituzione con il dimezzamento del numero dei parlamentari; votare una legge che elimini il finanziamento pubblico ai partiti; garantire la totale trasparenza sull’attività svolta e sui redditi conseguiti; garantire il servizio parlamentare al Paese per non più di due legislature, a partire da questa; votare un provvedimento per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e una legge per l’eliminazione della medesima imposizione fiscale sui terreni agricoli e i fabbricati funzionali alle attività del settore; votare una legge che abbassi la pressione fiscale di cinque punti in un quinquennio e azzeri l’IRAP, a partire dal costo del lavoro, detassi sia le nuove assunzioni a tempo indeterminato per i primi cinque anni sia l’apprendistato per i primi quattro anni e favorisca con vantaggi fiscali le imprese under 35 per il primo triennio; votare una legge a difesa delle infrastrutture e dei servizi pubblici esistenti sul territorio astigiano e per il superamento del Patto di stabilità interno per gli Enti locali».

Il contratto in questione sarà reso valido e operativo il 25 febbraio, con il voto degli elettori. Già entro i primi 100 giorni e quindi nei primi 5 cinque Consigli dei Ministri, in caso di vittoria elettorale della coalizione che fa capo al Popolo della Libertà, i due candidati hanno fatto sapere «che prenderanno corpo alcuni dei primi obiettivi contenuti nel contratto». Tra questi, «la votazione del dimezzamento degli emolumenti dei parlamentari e di una legge per l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti; la limitazione a due legislature del servizio parlamentare e l’abolizione dell’Imu su prima casa e terreni agricoli».

Marmo e Galvagno hanno poi sottolineato l’importanza della rappresentatività del territorio. «Ho accettato di candidarmi – ha affermato Galvagno – e ne sono onorato, anche se è un momento difficile. Questo territorio, infatti, ha bisogno di rappresentanza, perché altrimenti non riesce a portare le risorse e le iniziative per rilanciarsi. I nostri sindaci sarebbero spaesati senza un riferimento di area. Pur rispettando i nostri amici e cugini, qualsiasi voto non dato al PDL sul territorio toglie a quest’ultimo una possibilità di essere rappresentato». In quest’ottica, «dobbiamo realizzare delle lobby – ha aggiunto Marmo – esprimendo più deputati possibili. Noi saremo parlamentari che guarderemo agli interessi di questa terra». Al riguardo, i due candidati hanno annunciato: «Ogni due mesi andremo a incontrare tutte le Giunte  e i Comuni della provincia, per capire gli umori e cosa si può fare, al fine di rendere ancora appettibile questa nostra terra».

Riferendosi  in particolare all’intenzione di garantire il servizio parlamentare per non più di due legislature, Marmo ha annotato: «Non dobbiamo fare della politica un lavoro, ma consentire il turn over. Rinnovare la politica significa rinnovare il paese. C’è l’esigenza forte di forze fresche». Ricordando poi che «per un territorio come il nostro, certi servizi sono l’ultimo baluardo e che occorre quindi una logica di ottimizzazione, dando all’occorrenza, nel caso di una loro eliminazione, delle alternative», Marmo si è detto «esterrefatto dalla cancellazione della tangenziale sud ovest. Bisogna capire quali siano le conseguenze sul sistema infrastrutturale. E’ un argomento che mi preoccupa. Quando si realizzerà questa via alternativa? E intanto il mondo va avanti».

Al centro della discussione anche il tanto dibattuto tema dell’abolizione delle Province. «Premesso che avevo votato contro  – ha sostenuto Marmo – qualora ci fosse la necessità di accorpamento per questioni di bilancio, ritengo si debba ragionare su cosa si intenda per accorpamento, salvaguardando comunque il nostro territorio e mantenendo i relativi servizi. Il presidente della Provincia, infatti, in una terra come questa, è un sindaco tra i sindaci. Perciò, al di là del fatto che ero stato contrario all’eliminazione, per ragionamento – ha ribadito Marmo – occorre oggi fare massa critica, per mandare una nutrita rappresentanza in quello che sarebbe un consesso più ampio, nel caso di una riproposizione della proposta. Inoltre, se si parla di abolizione, questa non dev’essere parziale. E’ vero – ha concluso Galvagno – che bisogna tagliare i costi, ma in quel caso si stava facendo un danno, lasciando orfani i sindaci e creando la paralisi, per voler fare tutto sull’onda della pancia».

Manuela Zoccola

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