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Rasero: “Gli assembramenti all’arrivo del Giro non avrebbero dovuto esserci”

Nella diretta su Facebook ha risposto alle critiche dei cittadini e spiegato che non toccava a lui andare dalle persone per farle allontanare

Giro d’Italia ad Asti: il sindaco Rasero commenta gli assembramenti all’arrivo e rimanda al mittente le accuse contro di lui

Il sindaco di Asti Maurizio Rasero ha affidato ancora una volta a una diretta Facebook le sue riflessioni e, in particolare, su quanto accaduto oggi pomeriggio in piazza Alfieri all’arrivo di tappa del Giro d’Italia.

Una tappa dal punto di vista sportivo piuttosto discutibile per la decisione, a corsa iniziata, di saltare parte del percorso a causa del maltempo, ma regolarmente terminata ad Asti.

Ed è proprio all’arrivo che, dal vivo e in televisione, si sono visti gli assembramenti che hanno scatenato l’indignazione di molti cittadini pronti a riprendere le immagini e i filmati per farli girare su Facebook accompagnati da critiche,  anche dure, contro il sindaco Rasero.

Quest’ultimo, che è stato a sua volta testimone del fatto, ha voluto spiegare nella diretta video i retroscena del Giro e molto altro ancora. “Ho visto un assembramento all’arrivo – ha detto Rasero – che dal mio punto di vista non ci doveva essere. Ma si trattava di persone tutte munite di mascherine e circondate dalle forze dell’ordine di questura, carabinieri, personale di RCS (organizzatore del Giro ndr): tutti lì per fare il proprio lavoro  Le persone vicine avevano le mascherine e intorno c’erano decine di uomini delle forze dell’ordine che se ritenevano di intervenire l’avrebbero fatto”.

Rasero ha quindi spiegato che non tocca al sindaco andare da ogni persona per dirle di non assembrarsi perché non è il suo compito.

“Mi scuso, ma non ritengo di avere responsabilità”

“Nei momenti precedenti l’arrivo della corsa – ha aggiunto il sindaco – ho visto la disciplina delle persone rimaste distanziate lungo la strada. In alcune decine di metri, all’arrivo, questo non è stato possibile e non è avvenuto. Mi scuso, sono dispiaciuto che sia accaduto, ma non ritengo di avere responsabilità”.

Ha poi spiegato che la tappa di oggi, per la quale Asti e la Regione si sono impegnati a lungo, era prevista a maggio e non certo a ottobre durante la recrudescenza della pandemia. “E’ una delle iniziative più importanti d’Italia e tra le più seguite al mondo – ha sottolineato – In 103 anni il Giro si è fermato ad Asti solo 3 volte e abbiamo pensato che la città ne avrebbe potuto giovare con un ritorno d’immagine importante”.

Il Covid ha messo i bastoni tra le ruote, ma Rasero ha anche ricordato che in altre città dov’è arrivata la corsa nessuno si è preso la briga di chiederne la cancellazione o dire “che non si potesse fare o che portasse problemi”.

“Il Giro era giusto che passasse com’è passato da tutte le altre parti. Si può continuare a vivere, – ha poi concluso Rasero – Dobbiamo continuare a vivere, ma per farlo occorre prendere delle precauzioni”.

Riccardo Santagati

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