«Sono stato un giocatore per più di trentanni perdendo molti soldi, laffetto della famiglia e degli amici. Ero distrutto e ho tentato il suicidio ma non sono riuscito ad ammazzarmi. Così ho
«Sono stato un giocatore per più di trentanni perdendo molti soldi, laffetto della famiglia e degli amici. Ero distrutto e ho tentato il suicidio ma non sono riuscito ad ammazzarmi. Così ho deciso che dovevo salvarmi e, su consiglio della mia ex moglie, ho iniziato a frequentare un gruppo di Giocatori Anonimi e, per me, è stato come rinascere». A parlare è Salvatore, 57 anni, un passato da giocatore compulsivo con molti debiti e un presente finalmente sereno dopo un lungo cammino di disintossicazione.
«Fin da giovane mi è sempre piaciuto giocare a carte. Quando ho iniziato a lavorare a Torino come verniciatore industriale, nel tempo libero frequentavo il casinò di Saint-Vincent lasciando sul tavolo verde gran parte del mio stipendio. Poi si sono diffuse le slot e i videopoker nei bar e nei locali di Torino e la situazione è peggiorata: avere la possibilità di giocare praticamente sotto casa ha fatto aumentare la mia dipendenza e mi ha fatto indebitare pesantemente. Grazie agli incontri con i Giocatori Anonimi sono riuscito a smettere e ho finalmente recuperato un rapporto sereno e di fiducia con mio figlio che ha 26 anni e che avevo trascurato per molto tempo a causa della mia passione per il gioco che mi assorbiva completamente».
Salvatore continua a frequentare i Giocatori Anonimi mettendo la sua esperienza al servizio di altre persone che hanno problemi di gioco compulsivo. Sta cercando lavoro perché, a causa della crisi economica, si è trovato disoccupato ma nonostante questo riesce ad assaporare al meglio la vita, lontano da quella spirale infernale nel quale è rimasto incastrato per parecchi anni.