Elezioni/ Vendola alza la voce, Bersani cerca punto equilibrio
Il leader Pd deve parlare sia al centro che a sinistra
Roma, 7 feb. (TMNews) – La metafora della coperta corta è trita, ma descrive bene lo sforzo che Pier Luigi Bersani deve compiere ogni giorno: il leader Pd intende vincere con la sua coalizione di centrosinistra e aprire un dialogo con i centristi, lo dice “da settimane”, come ha rivendicato oggi, ma il problema è che tra montiani e Sel c’è una reciproca ostilità che non pare solo ad uso della campagna elettorale. Certo, un po’ di ‘tara’ bisogna farla alle dichiarazioni di questi giorni, Nichi Vendola subisce la concorrenza a sinistra di Antonio Ingroia e Mario Monti deve smentire la tesi di un centro ‘vassallo’ di Bersani. Ma è vero che il presidente del Consiglio cerca di disarticolare lo schema di alleanze a sinistra, per ragionare col solo Pd, ed è altrettanto vero che a Vendola non piacciono affatto le pubbliche aperture del leader Pd al centro.
Il quartier generale del Pd ufficialmente, e anche ufficiosamente, minimizza: non c’è niente di nuovo, c’è la campagna elettorale e, come ha spesso detto esplicitamente Massimo D’Alema, dopo il voto il centrosinistra ragionerà con il centro. Per Vendola, però, il confronto è possibile solo sulle riforme istituzionali, sulle regole, mentre tra i democratici molti danno un’interpretazione molto più estensiva di questo ‘dialogo’: il governo si dovrà fare anche con i centristi, tanto più se al Senato i seggi di Monti dovessero risultare determinanti. Ma anche se il centrosinistra dovesser fare il colpaccio in Lombardia al Senato, ottenendo così una risicata maggioranza numerica, l’allargamento al centro sarebbe comunque importante per motivi squisitamente politici.
Non è un caso che Bersani continui pubblicamente a tendere la mano a Monti, nonostante ben sappia che gli si creano problemi a sinistra: il leader Pd deve parlare a più interlocutori, agli elettori ma anche a cancellerie e mercati, deve rassicurare sulla continuità di una linea di ‘rigore’, sia pure accompagnato dalle misure possibili per stimolare l’economia e la creazione di posti di lavoro. Il viaggio a Berlino serviva a questo e le parole di apertura a Monti hanno l’obiettivo di assicurare, una volta di più, che il centrosinistra non chiuderà i rapporti con Monti.
Proprio questo è il motivo della reale irritazione di Vendola: il leader di Sel non ha nessuna intenzione di rompere con Bersani, e sa che il leader Pd ha bisogno di lui. “Il mio polo è il mio polo – dice il leader democratico – nessuno me lo tocchi. A partire da lì sono pronto a discutere”. Ma Vendola teme anche che una campagna elettorale giocata su questi toni indebolisca troppo la sua lista, rendendola politicamente marginale dopo il voto. Per il leader di Sel, il Pd dovrebbe con più forza esaltare ‘la coalizione’ di centrosinistra, in modo da massimizzare i consensi, lasciando magari a Enrico Letta o a qualcun altro il compito di tenere un canale aperto con Monti. Bersani, invece, non vuole confinarsi ‘a sinistra’, il leader Pd ha bisogno di riaffermare ogni giorno la propria credibilità come futuro presidente del Consiglio.