In scena all'Alfieri un testo dell'inglese Alan Bennet, nell'allestimento che ha vinto il premio Ubu 2011 per la miglior regia. La vicenda ruota intorno a un gruppo di adolescenti all'ultimo anno di college, e di un gruppo di insegnanti che tenta di stimolare la loro curiosità in modo inconsueto
Per la stagione del Teatro Alfieri (e per la rassegna Parole dartista), mercoledì va in scena The history boys, commedia di Alan Bennet, per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, con Elio De Capitani ed un gruppo di giovani attori. Lo spettacolo, che ha vinto nel 2011 diversi premi tra cui lUbu e le Maschere del teatro italiano per la miglior regia, è prodotto dal Teatro dellElfo.
La commedia di Alan Bennett nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani ha debuttato il 10 dicembre 2010 allElfo Puccini di Milano, sei anni dopo la prima inglese, ed è stato subito salutata dai critici come uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti firmati dai due registi, diventando un caso per la risposta entusiasta degli spettatori più giovani.
La commedia mette in scena un gruppo di adolescenti allultimo anno di college, impegnati con gli esami di ammissione alluniversità. Sono ragazzi molto diversi tra loro ma affiatati: dal leader della classe, il donnaiolo Dakin, al fragilissimo Posner, innamorato – per nulla segretamente – di lui, fino al poco convenzionale Scripps, in crisi spirituale.
Linsegnante di inglese, Hector (irresistibile Elio De Capitani) e quella di storia, Mrs. Lintott (interpretata da Debora Zuin), cercano di stimolare la loro curiosità al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, infischiandosene del prestigio, delle tradizioni, dei primati e dei punteggi scolastici, mentre il preside (Gabriele Calindri), per il buon nome della scuola, li vorrebbe tutti a Oxford o Cambridge.
Si apre così uno scontro che vedrà scendere in campo anche un giovane professore, cinico e ambizioso (Marco Cacciola), incaricato dal preside di dare una ripulita allo stile dei ragazzi, renderlo più brillante, giornalistico e più spendibile al supermercato del sapere, con buona pace della ricerca storica e dei dibattiti di metodologia.
La commedia ci introduce da subito nel mezzo delle lezioni di Hector, dove domina un clima anticonformista, si citano a memoria poesie di Auden o Withman, ma anche vecchi film o canzoni (con tanto di accompagnamento al piano), creando relazioni e connessioni apparentemente senza una precisa finalità. Ma non saranno questi metodi così poco ortodossi a costringere il professore alla pensione anticipata (e a condurre verso un finale inaspettatamente tragico), bensì il suo vizietto di palpeggiare gli studenti più dotati. Biglietti: 18 euro (15 euro loggione). Per prenotazioni: 0141.399057 0141.399040.
a.g.