Io ho comprato un antipasto di verdure bio, grissini stirati a mano, melanzane sott'olio bio, grignolino d'Asti doc, zuppa di legumi e un pacco di frutta e verdura di stagione. L'ho fatto
Io ho comprato un antipasto di verdure bio, grissini stirati a mano, melanzane sott'olio bio, grignolino d'Asti doc, zuppa di legumi e un pacco di frutta e verdura di stagione. L'ho fatto online domenica pomeriggio, ho pagato il totale di 32.75 euro con Paypal e ho scelto la consegna in ufficio, ho lasciato i miei dati compreso il numero di telefono ricevendo subito l'e-mail che mi confermava il tutto. Mercoledì pomeriggio, dopo una telefonata di preavviso, è arrivato in redazione Stefano con le mie due borse piene.
Stefano è Stefano Cravero, 34 anni, astigiano, laureato in economia e ideatore insieme a Giulia Valente, 27 anni, del nuovissimo Tacatì (tacati.it), un e-commerce che propone prodotti stagionali con filiera corta e consegna a domicilio. Per i piemontesi si capisce bene il senso: tacatì, "vicino a te". Nato con l'incubatore di impresa del Politecnico di Torino il sito internet risponde alle esigenze di aziende agricole, laboratori artigianali e piccoli commerci che si trovano entro 100 km da Asti (o Torino, dove risiede l'altro punto di consegna) che possono stabilire i prezzi facendo i conti con meno intermediari, e quindi meno costi (anche salumi, formaggi, caffé, farina e detersivi) e offrendo ai consumatori la comodità della spesa da casa.
Il sito è semplice da usare, quello che promette offre e potrà certamente essere affinato nel funzionamento. Al momento le consegne sono previste in due pomeriggi della settimana, il mercoledì e il venerdì con costo del servizio di 0.50 euro per l'ufficio e gratuito presso alcuni punti convenzionati (ma in tal caso se ne va gran parte della comodità del consumatore). Prevista, ma disincentivata, la consegna a casa per cui occorre caricare la spesa di 4.50 euro mentre una quota va in beneficenza (è possibile scegliere tra alcuni soggetti, io ho avuto un problema credo tecnico con la scelta ma poco male).
Partito da poche settimane, Tacatì è in fase di rodaggio ad Asti e Torino. Ad Asti già 5-6 ordini al giorno ci sono. Il vero business di Tacatì vuole essere la diffusione della piattaforma in altri territori. Già dieci città si sono dette interessate e Stefano sta cercando di adattare il funzionamento alle esigenze particolari.
Insomma se in Corea del Sud e Barcellona si fa già la spesa utilizzando il codice QR dello smartphone (mentre si aspetta la metro si sceglie il prodotto su grandi tabelloni sapendo che al rientro ci saranno le borse ad aspettare sullo zerbino di casa, guarda il video) è un dato che anche da noi l'abitudine a comprare online sta crescendo enormemente sconvolgendo il business di interi settori commerciali (soprattutto abbigliamento, biglietteria, libri, tecnologia). Sappiamo che nel nostro Paese l'ecommerce cresce con un tasso del 19%, che 12 milioni di italiani hanno comprato online nell'ultimo anno, che rappresentano il 15% della popolazione, che se si guardano i giovani il dato cresce all'81%, che mediamente un prodotto online costa il 20% in meno, che una famiglia media potrebbe risparmiare 2000 euro l'anno se l'online fosse ben sfruttato (Osservatorio del Politecnico di Milano).
Questa crescita può essere un bene per i produttori locali solo se sanno confrontarsi con questi nuovi consumatori e con la tecnologia. L'Italia non si è ancora attrezzata e nel suo complesso compra online dall'estero piu di quanto venda all'estero: il saldo negativo del mercato digitale è 1.2 miliardi nell'ultimo anno. In questo senso l'esperimento di Tacatì, che si propone come un e-commerce per i produttori locali di un'area non troppo estesa, invita gli operatori commerciali del territorio a considerare seriamente la questione.