Asti God’s Talent
Una serata di gioia, entusiasmo, incontro tra generazioni, riflessione su ciò che conta davvero nella vita, con la musica nel ruolo di protagonista.
Si può sintetizzare così la quinta edizione di Asti God’s Talent, la sfida tra cori giovanili parrocchiali organizzata dalla Pastorale giovanile della diocesi, inserita nell’ambito del festival Astimusica.
Svoltosi domenica sera in una piazza Cattedrale gremita di spettatori, lo spettacolo è durato ben tre ore e mezza. A sfidarsi sul palco sette cori sulle note di brani religiosi, sotto gli occhi di una giuria di esperti presieduta dal noto cantautore Paolo Conte, padrino della manifestazione.
Ad introdurre la serata l’educatore e animatore Gigi Cotichella, che con la sua simpatia è riuscito ad organizzare con il pubblico un divertente flash mob. Poi, dopo l’ inno della manifestazione a cura del gruppo “Menorà”, sono seguiti i saluti del vescovo Marco Prastaro, di don Rodrigo Limeira, responsabile della Pastorale giovanile, e delle autorità. Quindi i presentatori – Davide Celestre, Sara Bertocco e Lorenzo Giaretto – hanno introdotto la giuria.
La giuria
A comporla, oltre a Paolo Conte, il regista Mario Nosengo; la ballerina e pittrice Simona Atzori; l’attrice Chiara Buratti; l’educatore Gigi Cotichella; i musicisti Marco Maccarelli e Mauro Tabasso (che curano il Laboratorio del suono al Sermig – Arsenale della pace di Torino). Da sottolineare che la presentazione di Chiara Buratti, attrice protagonista de “L’ultimo giorno di sole” di Giorgio Faletti, ha offerto lo spunto per rendere omaggio all’artista astigiano scomparso cinque anni fa.
Le esibizioni dei cori
Poi il via alla sfida. Il primo coro a salire sul palco è stato quello del Don Bosco, diretto da Ilaria Forno e Francesco Fassio, che ha proposto “Resurrezione” dei Gen Rosso e “I.N.R.I – Io non ritorno indietro” di Debora Vezzani.
La formazione si è guadagnata i complimenti di tre giudici. «Siete riusciti a trasmettere la felicità e la gioia», ha affermato Mario Nosengo. D’accordo Chiara Buratti, colpita soprattutto dal carisma della direttrice Ilaria Forno, mentre Simona Atzori ha apprezzato «l’unione tra danza e colori» messa in scena dalle bambine e ragazze che si sono esibite sulle note delle canzoni.
Quindi è stata la volta del coro di San Domenico Savio, molto numeroso e diretto da Nuccia Scoglia, che ha proposto l’inedito “Noi siamo qui”, dedicato al compianto don Giacomo Accossato, e un medley di tre brani estrapolati dalle colonne sonore di altrettanti cartoni animati. «L’esibizione – ha sottolineato Gigi Cotichella – ha visto in scena un coro comunitario, che ha coinvolto bambini, anche molto piccoli, adulti, sacerdoti. Mi ha emozionato, in particolare, la parentesi “a cappella” in ebraico cantata dai bimbi in tenera età».
Diretti da Francesca Gilli, sono poi saliti sul palco i componenti del coro di Villanova che hanno presentato il loro primo inedito, intitolato “Cuori uniti”, oltre ad un riarrangiamento di “Un’altra umanità” dei Gen Rosso.
Il coro ha ricevuto i complimenti di Mauro Tabasso per «l’interpretazione fresca e originale» e la cura della vocalità.
Per la prima volta sul palco di “Asti God’s Talent”, nell’ottica dell’ecumenismo, si è poi esibito il coro della Chiesa evangelica di via Parini. Diretto da Luca Rigamonti, ha stupito il pubblico e la giuria per la preparazione e l’elevata cura dell’esecuzione, che ha proposto “Nessun altro c’è” e il medley “Più presto a te mio Dio total praise”. Particolarmente stupito Paolo Conte: «Mi inchino alla bravura. E’ lo sviluppo più raffinato e sofisticato che abbia sentito, per il quale mi complimento anche con i compositori. Ho notato anche una piccola e bella contraddizione: testi mistici con musiche un po’ malandrine».
La serata ha poi visto l’esibizione del numeroso coro della Torretta, diretto da Cornel Mindrescu, che comprendeva anche diversi musicisti. Ha proposto il canto tradizionale “Dell’aurora tu sorgi più bella” di Francesco Saverio D’Aria e il più recente “Quello che Dio dice di me” di Ben Fielding e Reuben Morgan.
«Mi è piaciuta – ha commentato Simona Atzori – l’idea di accompagnare la musica alla danza e di mostrare la maglia con il proprio nome. Noi, infatti, siamo il nostro nome e la nostra sensibilità nell’arte e nella vita, indipendentemente da quello che abbiamo».
Originale, poi, l’interpretazione offerta dal coro della Cattedrale, diretto da Claudia Ponzone, molto ringiovanito rispetto all’anno scorso grazie alla presenza dei bambini che hanno frequentato il centro estivo. La formazione ha proposto il canto tradizionale ebraico “Ritmate sui tamburi” e “Le tue meraviglie” della Compagnia Aquero. Il primo brano, grazie alla collaborazione del Comitato Palio del rione, è stato accompagnato – e qui sta l’originalità – dai tamburini e da una coreografia realizzata da due giovani sbandieratori.
«Ho apprezzato il tentativo di unire tanti strumenti», ha affermato Gigi Cotichella, che si è anche complimentato per la semplice ma efficace coreografia che ha visto protagoniste quattro bambine in occasione del secondo brano.
Infine la formazione di Refrancore, gemellata quest’anno con quello di Montemagno. Diretta da Stefano Accornero, si è esibita con il “Cantico delle creature” di Angelo Branduardi e “A te vorrei dire” dei Gen Rosso. «Due brani complicati da eseguire – ha affermato Marco Maccarelli – motivo per cui vi faccio i complimenti: ammiro le persone che accettano le sfide e le vincono con la forza dell’entusiasmo».
La danza e le parole di Simona Atzori
Le esibizioni dei cori sono state inframezzate da alcune canzoni cantate da Marco Maccarelli, accompagnato da Maro Tabasso, e dalla danza di Simona Atzori. Ballerina classica nonostante sia priva di braccia fin dalla nascita, si è esibita sulle note di “Somewhere only we know” di Lily Allen e di “Angel” di Sarah McLachlan, insieme al suo corpo di ballo.
Simona Atzori – invitata dai Salesiani del Don Bosco di Asti – ha poi risposto alle domande dei presentatori su come riesce a conciliare la sua vita di artista con il problema fisico che la caratterizza fin dalla nascita.
«La forza e il coraggio di accettare questa condizione – ha affermato – non si trovano, ma si cercano. E di questo devo innanzitutto ringraziare i miei genitori, che mi hanno accolta come un grande dono d’amore. E se ricevi amore poi provi a restituirlo. Io ballo e dipingo (utilizzando i piedi, ndr), perché era il mio sogno da bambina, e ci ho creduto. Non bisogna mai smettere di sognare a qualsiasi età».
La premiazione
Quindi l’atteso momento della premiazione. Il premio “Miglior coreografia” è andato al coro della Torretta; “Miglior interpretazione” al Don Bosco, che ha ottenuto anche il “Premio del pubblico” in base ai voti espressi via sms dagli spettatori in piazza; “Miglior inedito” a Villanova; “Miglior scenografia” a San Domenico Savio; “Miglior arrangiamento” alla Cattedrale; “Miglior performance musicale” alla Chiesa evangelica di via Parini, che ha ottenuto anche il “Premio pelle d’oca”. Infine, il premio “Gazzetta d’Asti”, sulla base dei tagliandi di preferenza inviati al settimanale diocesano, è stato vinto da Refrancore.
Le parole del vescovo
aleAl termine i saluti e la benedizione del vescovo Marco Prastaro, che ha ringraziato Paolo Conte per la sua presenza. Raccontandogli che, quando era missionario in Kenya e provava nostalgia per l’Italia, a fargli compagnia c’erano proprio le sue canzoni.