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Ilva/ I ministri a Taranto, "no a decisioni irrimediabili"
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Ilva/ I ministri a Taranto, “no a decisioni irrimediabili”

Taranto, 18 ago. (TMNews) – Niente ricorsi alla Consulta del
governo per ora, la promessa dall’Ilva di investimenti per 146
mln di euro per la riduzione delle emissioni; e l’assicurazione
del governo


Taranto, 18 ago. (TMNews)
– Niente ricorsi alla Consulta del
governo per ora, la promessa dall’Ilva di investimenti per 146
mln di euro per la riduzione delle emissioni; e l’assicurazione
del governo che non c’è contrasto con la magistratura che vuole chiudere gli impianti dell’acciaieria a Taranto. Però sulla vicenda Ilva “non siano prese decisioni irrimediabili nelle loro conseguenze” ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, perché “ci sono ancora molti tentativi da fare prima di arrivare allo spegnimento degli impianti” e, dunque, per “evitare a questa città e al paese il costo sociale” che ne deriverebbe.

E’ stata una giornata di incontri a Taranto fra i ministri dello Sviluppo economico e dell’ambiente Passera e Corrado Clini e le istituzioni regionali, locali, Ilva e sindacati. La giornata era partita con una manifestazione iniziata in piazza Maria Immacolata e conclusa in piazza della Vittoria (nonostante il corteo fosse stato vietato dal questore) organizzata dal comitato “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. Fra fischi e contestazioni al governatore Vendola ed ai ministri in visita in città, slogan come “Noi vogliamo vivere” e testimonianze di lutti in famiglia da parte di operai e residenti nei quartieri più a rischio. Fra gli interventi, anche quelli di un gruppo di pediatri che ha descritto lo strazio dei tanti bambini ammalati, visti morire in tenera età per tumori, leucemie e problemi respiratori.

Dagli incontri iniziati nella prefettura di Taranto in tarda mattinata è emerso che per ora non ci saranno ricorsi alla Consulta. Ma ministri e politici nutrono dubbi sulla bontà delle perizie alla base dei provvedimenti del gip di Taranto Patrizia Todisco. La notizia del giorno è che il ministro Clini ha avviato a gran velocità una nuova procedura di Autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva (che aveva fatto ricorso al Tar contro quella della Prestigiacomo dell’agosto 2011). Clini ha ricordato che l’iter per il rilascio della nuova Aia “si concluderà entro il 30 settembre” e che l’autorizzazione “recepisce come riferimenti le disposizioni europee sulle migliori tecnologie disponibili, tutte le prescrizioni del gip di Taranto fatta eccezione la fermata degli impianti, le indicazioni della Regione Puglia (così come chiesto dal presidente Vendola che ha ricordato le tre leggi regionali emanate sull’inquinamento) e infine tiene conto delle decisioni del Tar in merito alla prima Aia dell’agosto 2011″.

I principali partiti politici, rappresentati all’incontro dall’on. Raffaele Fitto per il Pdl e dagli on. Vico e Latorre per il Pd, hanno garantito al governo che si impegneranno in Parlamento per rendere rapido l’iter del decreto legge per Taranto e cercare di aumentare i fondi destinati al risanamento della città. L’on. Zazzera, di Idv, non invitato, si è presentato all’incontro con i ministri solo per manifestare il suo disappunto.

Il presidente di Ilva spa, Bruno Ferrante, dal canto suo ha annunciato l’avvio di investimenti per 146 mln di euro per la riduzione delle emissioni nei punti più critici del processo, ovvero polvere e benzopirene”. Da lunedì tecnici di Ilva e del ministero al lavoro.

Il governatore Vendola, presente all’incontro con il sindaco di Taranto Ezio Stefàno ed il presidente della Provincia Gianni Florido, ha dato notizia che la cabina di regia regionale è già al lavoro e che la Regione chiederà anche un tavolo tecnico anche col ministero della Salute. Il presidente ha inoltre difeso l’operato del direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato, finito, insieme ad altri funzionari, al centro di intercettazioni telefoniche di indagati nell’inchiesta “Ambiente venduto”, precisando che dalle intercettazioni emerge chiaramente che “Assennato, era il nemico numero uno dell’Ilva”.

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