Roma, 17 ago. (TMNews) – L’Ecuador vuole ancora trattare con il governo di Londra sul caso di Julian Assange, nonostante la “minaccia” del Foreign Office di arrestare il fondatore di WikiLeaks dentro
Roma, 17 ago. (TMNews) – L’Ecuador vuole ancora trattare con il governo di Londra sul caso di Julian Assange, nonostante la “minaccia” del Foreign Office di arrestare il fondatore di WikiLeaks dentro la propria ambasciata e la “intimidatoria” presenza della polizia dentro e attorno all’edificio. E’ quanto ha dichiarato una fonte diplomatica di Quito citata oggi dal Guardian.
Ieri, il Paese dell’America latina ha concesso asilo politico ad Assange, innescando un duro confronto politico tra Quito e Londra. La fonte ha denunciato oggi la presenza degli agenti di polizia, passati da tre a circa 50, come l’espressione della volontà del governo britannico di “usare la mano pesante”. Tuttavia, il governo di Quito sarebbe rimasto incoraggiato dalla telefonata ricevuta ieri dall’Ambasciatore ecuadoriano dal Foreign Office, a conferma che “c’è ancora la volontà di trattare e negoziare, per questo proseguiremo nelle trattative”.
“Il fatto che abbiano chiamato l’Ambasciatore ci ha fatto pensare che la lettera con la minaccia di ricorrere alle leggi nazionali per fare un’incursione nell’Ambasciata e arrestare qualcuno che è dentro è stato un errore, così come l’aumento intimidatorio nel numero dei poliziotti che circondavano l’Ambasciata lo stesso giorno in cui è arrivata la lettera”, ha detto la fonte, sottolineato la volontà di Quito di cooperare con le autorità britanniche e svedesi sul caso di Assange.
Il fondatore di WikiLeaks si trova nell’Ambasciata dal 19 giugno scorso. Londra ha autorizzato la sua estradizione in Svezia, dove è accusato di aggressione sessuale, ma Assange teme che Stoccolma possa poi estradarlo negli Stati Uniti.