Parla il presidente di Confesercenti
«La situazione è abbastanza disastrosa, in quanto l’economia è ferma da più di un mese».
Andrea Visconti, presidente provinciale di Confesercenti, non nasconde la preoccupazione per il contesto attuale dominato dall’emergenza Coronavirus.
«Da questo periodo – afferma – abbiamo capito tre cose. Primo, che appena usciti dall’emergenza bisogna assolutamente porre fine all’eccesso di burocrazia che caratterizza il nostro Paese, non tanto per colpa di chi governa ma per la presenza di apparati dello Stato e uffici guidati da burocrati. Già di per sé, come ricordo in ogni occasione, l’eccesso di burocrazia crea problemi a chi lavora. In questa situazione, poi, sta dando “il colpo di grazia”. Pensiamo all’indennità da 600 euro che va richiesta all’Inps, destinata a partite Iva e liberi professionisti. Perché bisogna avere un codice Spid e non è sufficiente operare con il codice fiscale, che è unico per ciascun cittadino e contiene tutti i suoi dati?».
«Secondo – continua – non è più possibile parlare di tagli alla sanità, come successo in passato, perché è un settore di vitale importanza che non se li può permettere, come dimostra l’attuale emergenza sanitaria. Terzo, è necessario investire sull’istruzione, perché in questo periodo si nota che non tutti hanno gli strumenti per capire e comprendere l’attuale situazione. Ecco, secondo me questi sono i tre punti fondamentali per una ripresa che sia seria e duratura».
Le necessità del commercio
Visconti restringe poi l’orizzonte sulle necessità dell’ambito del commercio. «Il settore – spiega – ha innanzitutto necessità di una immensa fonte di liquidità. E, a questo proposito, sarebbe bene che le banche fossero al fianco delle aziende, comprendendo che dallo scorso febbraio il mondo è cambiato, per cui devono adeguarsi. Quindi il rinvio di due mesi delle imposte. Non ha senso, infatti, che se, come sembra, dal 3 maggio potranno riaprire alcune attività, a giugno i lavoratori in proprio avranno già le scadenze da rispettare, dopo un solo mese di lavoro. Infine, chiediamo la possibilità di lavorare con regolarità non appena verrà dato il via libera. Ovvero, siccome credo che la cosiddetta fase 2 debba essere attuata in maniera sicura e graduale, i commercianti, ma in generale tutti i lavoratori in proprio, dovranno essere informati con precisione di tutti gli obblighi che dovranno rispettare (compresi ovviamente i dispositivi di protezione di cui si dovranno dotare) su cui le Istituzioni dovranno essere molto decise per evitare un ritorno dei contagi».
A proposito della ripresa delle attività, anche un riferimento locale. «Non mi ha visto d’accordo – commenta – la decisione del sindaco Maurizio Rasero di riaprire i mercati rionali la settimana prima di Pasqua, visto che la situazione a livello di contagi non era ancora sicura. Bene, invece, la presa di posizione per ordinare la chiusura degli esercizi commerciali a Pasqua e Pasquetta».
Infine, un appello alle Istituzioni. «In questo periodo – conclude Visconti – si stanno mostrando vicine e presenti. Chiediamo che lo siano anche in futuro, mostrando di essere veramente, e non solo in situazioni di emergenza, accanto a chi lavora».
La situazione secondo il direttore Contardi
«Stiamo vivendo un momento storico unico di grande difficoltà, sia dal punto di vista della salute dei cittadini che dal punto di vista economico. Tutti i settori, infatti, hanno accusato un crollo dell’attività».
Sono le parole di Paolo Contardi, direttore provinciale di Confesercenti, associazione di categoria che conta circa mille associati nell’Astigiano.
«La nostra associazione – spiega – si è fin da subito impegnata, a livello nazionale, a collaborare con le Istituzioni partecipando ai tavoli di discussione e fornendo utili indicazioni su come affrontare questa emergenza. Fin dal primo decreto “Cura Italia”, una prima importante risposta all’emergenza, abbiamo espresso perplessità in quanto preferivamo approcci più mirati per avere misure maggiormente incisive. Gli interventi “a pioggia”, infatti, rischiano di essere onerosi e, al tempo stesso, meno efficaci e poco equi. Anche gli indennizzi per le imprese del terziario sono apparsi di corto respiro. L’importo di 600 euro si è subito dimostrato chiaramente insufficiente, ma abbiamo apprezzato gli interventi sul lavoro e sulle misure di credito alle piccole e medie imprese. Ci siamo resi conto che non tutto era possibile e che lo sforzo che si è fatto è stato molto importante. Ci sono però migliaia di imprese che, senza altri e più incisivi sostegni, rischiano di non aprire più dopo lo stop».
«Il continuo evolversi della situazione sanitaria e la necessità primaria di contenere la diffusione del virus – continua – hanno portato all’emanazione di numerosi provvedimenti, che hanno generato spesso grande confusione in chi si è trovato a dover applicare e rispettare tutte queste disposizioni».
L’attività di Confesercenti
L’associazione continua quindi, anche in questa emergenza, a rispondere con impegno alle richieste dei propri associati o a chiunque ne faccia richiesta. L’obiettivo è fare chiarezza tra i decreti e le normative comunali e regionali, non sempre facili da interpretare.
Nello specifico la Confesercenti di Asti ha assistito gli associati – e continuerà a farlo – riguardo a richieste inerenti le attività sospese o consentite, la previdenza e la contribuzione a sostegno del reddito (in particolare le indennità da 600 euro), le problematiche legate al mondo del lavoro, la cassa integrazione, le agevolazioni creditizie, le questioni inerenti imposte, tasse, tributi locali, crediti di imposta.
«Siamo vicini – conclude il direttore – al momento in cui si dovrà ripartire- Bisognerà farlo comunque in maniera graduale, continuando a mantenere le regole igenico-sanitarie e un graduale distaccamento sociale.
Auspichiamo quindi che, nel momento in cui si ripartirà, verranno riconosciute agevolazioni ai piccoli commercianti, che dovranno acquistare i dispositivi di protezione sanitaria, oltre che efficaci misure di abbattimento dei costi per i tributi locali (tassa smaltimento rifiuti, occupazione suolo pubblico)».
«Serve l’impegno di tutti», conclude il direttore. «Da parte nostra stiamo dando la massima collaborazione alle Istituzioni locali per uscire da questa fase difficile e mettere a punto il supporto necessario alle imprese. In particolare lavoreremo perché con i provvedimenti emanati e con quelli futuri si possa far riprendere la nostra economia».
Una risposta
dice bene