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Attualità

“Ripresa a rischio se non si rivedono le regole del Patto di stabilità”

Lo ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, ospite dell’incontro on line promosso dalle Fondazioni Goria e Donat-Cattin

Se si dovessero riassumere in due parole soltanto le due ore dense di contenuti dedicate alla presentazione del libro di Giorgio Merlo “Politica, competenze e classe dirigente”, promosso ieri pomeriggio on line dalla Fondazione Giovanni Goria con la Fondazione Carlo Donat-Cattin, varrebbe la pena di usare queste: “L’uomo al centro”.
Un concetto che riassume ciò che manca alla politica di oggi.
Dopo i saluti del presidente della Fondazione Goria, Marco Goria, e del direttore della Donat-Cattin, Gianfranco Morgando,
il giornalista Giuseppe Novero ha dato il via all’incontro cui hanno preso parte autorevoli ospiti.
Nessuna nostalgia di tempi politici precedenti, “perché la vita politica non è un film che si può riavvolgere, ma deve rispondere ai bisogni di oggi”, come ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Per riaffermare la funzione della politica non ci sono ricette, non ci possono essere soluzioni semplici per problemi complessi, ma è fondamentale che questo tema faccia parte del dibattito pubblico. “Dobbiamo farlo con i cittadini e il nostro sguardo deve essere a medio lungo termine. Dobbiamo guardare lontano sottraendoci al chiacchiericcio”, ha sottolineato Sassoli.

Il ruolo della politica

Una politica che si è sottomessa alla comunicazione perdendo così la centralità delle strutture di partito. In base agli umori del momento, la politica si adatta con il “rischio che i partiti diventino brand dove il ruolo dei militanti è ridotto a quello di figuranti”.
E’ questo il contesto delineato da Riccardo Molinari, presidente del gruppo parlamentare della Lega alla Camera.
Ecco che la politica odierna trascura parole come comunità, volti, competenze, metodo.
Queste parole sono state più volte citate da tutti i relatori presenti all’incontro, ma è stato in particolare Padre Francesco Occhetta, politologo, a portarle al centro del dibattito. C’è bisogno di tornare all’ascolto attivo delle persone, con metodologie che si possono sperimentare nei territori.
E’ l’ascolto che rifeconda le scelte della politica. Lo ha detto anche Gianna Martinengo, imprenditrice e membro Iab Panel Stoa del Parlamento Europeo, dicendo che lasciarsi ispirare dall’ascolto degli altri denota una “particolare intelligenza emotiva di cui dovrebbe essere dotata la classe dirigente”.
L’imprenditrice ha ricordato quanto l’innovazione tecnologica e l’innovazione sociale siano due elementi inscindibili e ha citato Jacques Delors quando parla di società della conoscenza che mette a disposizione di tutti i membri la conoscenza per migliorare la condizione umana.
Ed ecco che concetti come bene o (almeno) interesse comune diventano elementi ricorrenti. Un esempio concreto sulle scelte operate lo offre Sassoli dicendo: “Se avessi proposto di sospendere il patto di stabilità e crescita prima del Covid mi avrebbero considerato un velleitario, ma con la pandemia è stato condiviso in poco più di una settimana. Questo mostra come quanto sia importante e indispensabile lo spazio europeo: da esigenze comuni si sviluppano politiche comuni. La preoccupazione sta nel fatto che il patto di stabilità è stato sospeso, ma non riformato, fino alla fine del 2021. Quindi se nel 2022 si reintrodurranno quelle regole lo sviluppo e la ripresa potranno essere compromessi”.
Discusso è stato anche il tema delle scuole di politica che il libro di Merlo naturalmente solleva.
“Un libro che ha la capacità di sviluppare un’intermediazione virtuosa tra la società e lo Stato” ha detto Sergio Chiamparino.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Segretario generale della Fondazione Giovanni Goria, Carlo Cerrato, che è tornato sul concetto di comunità. “Comunità non è community che si forma su internet. Comunità è memoria condivisa”.

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