Uscirà il 29 gennaio il primo EP del cantautore astigiano Gabriele Strozza, in arte Strauss.
Studente universitario, 24 anni, ha infatti realizzato un album autoprodotto contenente 6 canzoni.
Gli abbiamo posto alcune domande per saperne di più.
Quando è nata la passione per la musica?
«Direi il 18 marzo 1996, il giorno della mia nascita, dato che fin da piccolo ho mostrato un approccio positivo nei confronti della musica. Il primo strumento che ho imparato a suonare è il tamburo. Essendo Astigiano, infatti, sono stato coinvolto fin da bambino nel mondo del Palio, per cui spartiti, strumenti, prove musicali hanno rappresentato da sempre il “pane quotidiano”».
Quando hai cominciato a scrivere canzoni?
«A 14 anni. Nello stesso periodo ho iniziato a suonare la chitarra e, di conseguenza, mi sono avvicinato al mondo della composizione e alla stesura delle prime canzoni. Tuttavia quei brani non hanno mai visto la luce perché ero impegnato in altre attività e non avevo un progetto musicale in mente».
«La prima canzone che mi ha fatto capire che potevo dare vita ad un progetto risale al novembre 2018. Si intitola “A Dende” ed è una lettera scritta ad una ragazza che andavo a vedere giocare a pallavolo. A questo proposito, ricordo che la canzone è presente sul mio canale YouTube “Strauss Channel”, accompagnata dalla playlist “Dietro una canzone” dove racconto la storia che si cela nella stesura di un testo».
Quante ne hai scritte finora?
«Circa 30. Ovviamente non tutte sono belle e solo poche prenderanno realmente vita con una produzione».
Prima dell’emergenza sanitaria ti sei mai esibito dal vivo?
«Avrei dovuto esibirmi lo scorso aprile al Palco 19, ma a causa del Covid non è stato possibile».
L’album in uscita
Di cosa parlano le canzoni contenute nell’EP?
«L’EP si chiama “Odi et amo” e, quindi, parla di odio e amore, due sentimenti antitetici che rappresentano i temi chiave dell’album. Detto questo, al suo interno c’è spazio per tutto: amicizia, scuola, vita in generale. Ad esempio, i consigli a credere in se stessi, a perseguire i propri sogni, a non ascoltare le persone da cui non si è apprezzati».
Come avviene la stesura dei brani?
«Avviene in modo naturale. Solitamente sto male e il disagio che provo porta alla stesura di una canzone. La malinconia è sempre presente nella mia vita. Nessuno dei miei brani è propriamente “allegro”, ma contiene sempre un riferimento ad un sentimento di rimorso e al desiderio di riscatto».
Chi ha collaborato con te nella realizzazione dell’album?
«Musica e testi sono miei. La produzione è avvenuta in collaborazione con Alberto Pozzo Tebani, mentre le altre questioni sono state gestite dal personal manager Luca di Marco».
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Nella speranza che finisca la pandemia, il primo obiettivo è fare il mio primo concerto ad Asti».
Elisa Ferrando