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Crisi/ Sachs: Da Occupy al momento solo proteste, no soluzioni
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Crisi/ Sachs: Da Occupy al momento solo proteste, no soluzioni

Rimini, 20 ago. (TMNews) – Il movimento “Occupy Wall Street” ha idee buone, ma al momento rimangono soltanto “proteste e non ci sono soluzioni” al problemi della terra, dove i ricchi sono sempre più


Rimini, 20 ago. (TMNews)
– Il movimento “Occupy Wall Street” ha idee buone, ma al momento rimangono soltanto “proteste e non ci sono soluzioni” al problemi della terra, dove i ricchi sono sempre più potenti e influenti sulle politiche dei governi. Per Jeffrey Sachs, docente ed economista, direttore dell’Istituto della Terra alla Columbia University, per riportare più equilibrio tra il “99%” della popolazione e l'”1%” servono “tecnologie avanzate” e il contributo di esperti, imprenditori e anche rappresentanti della società civile.

“Il movimento ‘Occupy’ – ha spiegato Sachs durante una conferenza stampa al Meeting di Cl a Rimini – è stato molto importante: un fenomeno veramente unico nella storia del nostro paese che evidenzia le grandi disuguaglianze che ci sono nel mondo, ovvero la differenza tra il 99% e l’1%”. Il movimento ha cercato di attirare l’attenzione sulla crisi di Wall Street: “Molto spesso – secondo il docente vicino al cantante degli U2 Bono Vox – si sono violate le leggi bancarie. I ricchi negli Stati Uniti sono diventati sempre più potenti e Wall Street ha avuto un peso sempre maggiore nelle decisioni della Casa Bianca. Io sono d’accordo con quello che sostiene il movimento ‘Occupy’ e quanto propone, anche se bisogna ammettere che per ora si è fermato soltanto ad una protesta e non ha avanzato soluzioni”. I problemi che dovremo affrontare nei prossimi mesi sono “molto complessi”: dall’energia, al cibo, all’acqua e al cambiamento climatico. “I governi degli Stati Uniti sono stati purtroppo negli anni poco lungimiranti nel trovare le soluzioni più adatte” e hanno dimostrato di avere “una scarsa competenza sia tecnologica che scientifica per affrontare la crisi”. Sachs è stato incaricato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a costituire una “Rete” che dovrà “raccogliere esperti scientifici e anche rappresentanti delle aziende che producono tecnologie. Ci riuniremo per risolvere problemi – ha spiegato – ma abbiamo bisogno di tecnologie avanzate per uscire da questa crisi”.

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