Roma, 25 ago. (TMNews) – In dieci anni dall’arrivo dell’euro i prezzi in Italia sono cresciuti di quasi il 25%, con gli aumenti maggiori soprattutto nel Mezzogiorno. Lo sostiene l’ufficio studi della
Roma, 25 ago. (TMNews) – In dieci anni dall’arrivo dell’euro i prezzi in Italia sono cresciuti di quasi il 25%, con gli aumenti maggiori soprattutto nel Mezzogiorno. Lo sostiene l’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui tra il 2002 e il luglio di quest’anno l’inflazione media è stata del 24,9%. In Calabria c’è stato l’incremento regionale più rilevante con un +31,6%, seguita da Campania (+28,9%), Sicilia (+27,6%) e Basilicata (+26,9%).
Le regioni meno interessate dal caro-prezzi sono state invece la Lombardia, con un’inflazione regionale del 23%, la Toscana, con un +22,4%, il Veneto (+22,3%) e, ultimo in graduatoria, il Molise (+21,7%). “L’impennata dei prezzi – secondo la Cgia – non ha riguardato gli alimentari, l’abbigliamento-calzature o la ristorazione, ma soprattutto le bevande alcoliche e i tabacchi, le ristrutturazioni e manutenzioni edilizie, gli affitti delle abitazioni, i combustibili e bollette domestiche, i trasporti”.
“È opportuno sottolineare – sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – che il maggior aumento dei prezzi al Sud non deve essere confuso con il caro-vita. Vivere al Nord è molto più gravoso che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece, è analizzare la dinamica inflattiva in questi ultimi dieci anni”. La maggior crescita dell’inflazione al Sud “si spiega con il fatto che la base di partenza dei prezzi nel 2002 era molto più bassa rispetto al resto d’Italia”.
“Inoltre – aggiunge Bortolussi – a far schizzare i prezzi in questa parte del Paese hanno concorso anche il drammatico deficit infrastrutturale, la presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici, la poca concorrenza nel campo dei servizi e soprattutto un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente”.