Roma, 27 ago. (TMNews) – La Banca Centrale europea deciderà “in piena indipendenza” come e quando comprare titoli di stato dei Paesi dell’eurozona in difficoltà sugli spread. E agirà solo in
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Roma, 27 ago. (TMNews) – La Banca Centrale europea deciderà “in piena indipendenza” come e quando comprare titoli di stato dei Paesi dell’eurozona in difficoltà sugli spread. E agirà solo in parallelo con i fondi salvastati europei Efsf ed Esm, solo su titoli a breve termine. L’istituto di Francoforte, inoltre, metterà a punto il suo programma per allontanare le preoccupazioni sul suo status di creditore privilegiato. Ad anticipare ulteriori dettagli sulla prossima condotta della Bce è Jorg Asmussen, membro del comitato esecutivo dell’istituto che, parlando ad Amburgo, ha voluto sottolineare, in sintonia con quanto già affermato dal presidente Mario Draghi, che l’intervento della Bce sarà condizionato insistendo che la Banca verificherà che i Paesi attuino pienamente le riforme.
Secondo quanto riportato dal Financial Times Asmussen ha citato la delusione nell’istituto con quanto successo nel 2011 con “l’errore dell’Italia” che, ha detto, non aveva impiegato il tempo a sua disposizione per apportare le correzioni finanziarie necessarie dopo che la Bce aveva comprato titoli di stato, sempre lo scorso anno. “L’errore commesso con l’Italia…non dev’essere ripetuto”, ha affermato Asmussen riferendosi al bisogno di condizionalità di tali operazioni.
La prossima settimana la Bce riprenderà le discussioni sulla ripresa degli acquisti di titoli sovrani nel tentativo di abbassare gli spread sui titoli di alcuni Paesi, con differenziali che riflettono l’inaccettabile rischio di una rottura dell’eurozona. Nelle settimane scorso lo stesso presidente della Bce Draghi aveva anticipato tale piano sottolineando che la Banca farà “tutto ciò che ci vuole” per tenere insieme la zona euro.
Asmussen, ex viceministro delle finanze tedesco è vicino – sottolinea il Financial Times – al presidente della Bundesbank Jens Weidmann che aveva reso pubbliche nei giorni scorsi le sue preoccupazioni sui piani della Bce che a suo avviso potrebbero agire “come una droga” per tenere i governi agganciati al sostegno della banca centrale