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Corruzione/ Patroni Griffi frena: Tempi ddl, decide Parlamento
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Corruzione/ Patroni Griffi frena: Tempi ddl, decide Parlamento

Roma, 28 ago. (TMNews) – La fiducia sul ddl anticorruzione? Filippo Patroni Griffi frena, dopo averla ipotizzata ieri in una intervista, e da Dro, ospite di Enrico Letta, precisa di essere convinto
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Roma, 28 ago. (TMNews)
– La fiducia sul ddl anticorruzione? Filippo Patroni Griffi frena, dopo averla ipotizzata ieri in una intervista, e da Dro, ospite di Enrico Letta, precisa di essere convinto che il provvedimento passerà “nei tempi e nei termini che riterrà il Parlamento”. Dopo il brusco stop ricevuto ieri dal Pdl, che con Gasparri e Cicchitto ha fatto sapere che sul testo faticosamente approvato alla Camera non avrebbe votato la fiducia, il ministro della Pa sceglie la prudenza ma ostenta sicurezza: “Sul ddl anticorruzione non credo che il Governo rischi” anche perché questa legge “è una cosa che serve al Paese e su questo c’è consapevolezza diffusa”.

Il provvedimento, una volta approdato al Senato, è andato a rilento, come del resto l’esame della legge comunitaria, al cui interno la Camera aveva introdotto con un blitz Lega-Pdl la responsabilità civile diretta dei magistrati e del ddl intercettazioni, arenatosi invece nell’aula di Montecitorio. Il Pdl da mesi chiede di trattare le tre materie insieme, ma nonostante le polemiche estive sul caso Napolitano, il Pd ha ribadito il no all’idea del ‘pacchetto’ unico di provvedimenti sulla giustizia.

Sul tema oggi la polemica registra un interesse minore da parte dei partiti. Per il Pd parla il numero due dei giovani Giacomo Possamai, che prende di mira il capogruppo azzurro asl Senato Gasparri: “Arrivare a minacciare la tenuta del Governo, ventilando un voto contrario ad una norma indispensabile per il Paese, è un atteggiamento – accusa – gravissimo ed irresponsabile”. Sempre in trincea l’Idv: “Il Governo – avverte Felice Belisario – dimostri di non essere sotto ricatto della casta, contro la corruzione serve una lotta senza quartiere ed è inaccettabile che il provvedimento all’esame del Senato serva al Pdl per garantire l’impunità alle cricche”. Mentre Gasparri torna a minacciare la sfiducia individuale al ministro sdeverino (ma è una voce abbastanza isolata, sul punto) l’azzurro Enrico Costa replica alle accuse lanciate ieri da Donatella Ferranti del Pd e torna a porre in questione la fiducia al Governo: “L`onorevole Ferranti, in più circostanze, ha accusato il Pdl di muovere critiche vaghe e generiche sulla legge anticorruzione. Non vorremmo che la capogruppo del Pd, con le sue improvvide affermazioni, abbia l`obiettivo di offrire un contributo a quella parte del suo stesso partito che appicca incendi per ottenere le elezioni anticipate”.

Sul piano pratico, tuttavia, in questa settimana non c’è da attendersi sviluppi. Per provare a smussare qualche spigolo, la guardasigilli dovrà proporre al Pdl almeno il promesso provvedimento per regolare l’attività lobbistica, per disinnescare i timori azzurri sul nuovo reato del traffico di influenze illecite, introdotto alla Camera nel ddl anticorruzione. Invece, per sciogliere il nodo delle intercettazioni, Severino dovrebbe trovare una soluzione che consenta al Pd (che continua a chiedere un provvedimento tutto nuovo) di non votare le norme Alfano, in alcune parti immodificabili essendo state approvate in doppia lettura conforme dai due rami del Parlamento. Se ne parlerà, dicono a via Arenula, “non prima della ripresa dei lavori parlamentari”.

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