Palermo, 29 ago. (TMNews) – Ventuno anni fa a Palermo la mafia uccideva Libero Grassi, il primo imprenditore che si ribellò al diabolico sistema del racket, trovando il coraggio di denunciare
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Palermo, 29 ago. (TMNews) – Ventuno anni fa a Palermo la mafia uccideva Libero Grassi, il primo imprenditore che si ribellò al diabolico sistema del racket, trovando il coraggio di denunciare pubblicamente i suoi estortori. Titolare di un’azienda tessile, Grassi non si sottomise mai alle richieste di pagamento del pizzo avanzate da Cosa nostra, ed anzi affidò ad una lettera aperta, pubblicata su un giornale locale, la sua richiesta d’aiuto.
Un appello che però rimase inascoltato, sia da parte della società civile, che dai rappresentanti di categoria, che solo recentemente hanno fatto il proprio “mea culpa” per aver lasciato solo chi per primo trovò il coraggio di aprire una strada che, anni più tardi, avrebbe portato alla nascita di una coscienza collettiva contro il racket, supportata da numerose associazioni.
Per ricordare Libero Grassi, Palermo ha organizzato anche quest’anno numerosi appuntamenti.
Dopo la deposizione di fiori sul luogo dell’omicidio, in via Alfieri davanti a quella che fu la sua azienda, alle 16.30 a Palazzo Steri comincerà un pomeriggio dedicato all’impegno di sensibilizzazione portato avanti negli ultimi anni dalle associazioni antiracket. Alle 20.30 il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, insieme alla vedova Grassi, assisterà alle letture e alla proiezione dei lavori prodotti negli anni dagli studenti che hanno partecipato al Premio “Libero Grassi”.