Cav incontra Alfano, poi annuncia: Non mi candido, ok primarie
Ma Berlusconi non sicuro uscire di scena.Timori sentenza Mediaset
Roma, 24 ott. (TMNews) – Un gesto fatto appena qualche giorno fa. Una mano spinta in avanti in maniera plateale ad accompagnare la frase “se lo vuole, glielo regalo”. Silvio Berlusconi parlava con un suo fedelissimo, ma si riferiva al Pdl e ad Angelino Alfano. Un ennesimo segno di distacco dalla creatura nata sul predellino cinque anni fa ma anche dalla ‘nomenclatura’ che l’ex delfino designato ormai rappresenta ai suoi occhi. Ed è anche sulla scia di questo stato d’animo che è maturata la lunga nota di oggi in cui il Cavaliere scioglie mesi di dubbi e annuncia che non si candiderà a premier e, per di più, ‘lancia’ primarie “aperte” per il 16 dicembre.
Il comunicato viene diramato dopo un incontro pomeridiano a palazzo Grazioli con Alfano. Il segretario – viene riferito – si sarebbe presentato da Berlusconi con l’intenzione di chiedere una parola chiara in tempi brevi. D’altra parte, negli ultimi giorni, forte era stato il pressing della dirigenza pidiellina nei confronti dell’ex Guardasigilli perchè facesse l’ultimo passo verso l’emancipazione e indicesse le primarie. Ed ora eccolo lì, nero su bianco, il primo vero risultato ottenuto da Angelino da quando è stato messo alla guida del Pdl. Eppure, chi ha avuto modo di raccogliere gli umori dell’ex capo del governo, non è affatto convinto che quella di oggi sia una investitura definitiva. Piuttosto a molti pare un ennesimo segnale del suo disinteresse, anzi di più, del suo disgusto verso il partito. “In pratica – spiega un alto dirigente – è come se avesse detto a tutti quelli che in questi mesi sono andati lì a fare rimostranze, che se la vedano tra di loro”. Anche la tempistica, inoltre, ha il suo valore. I più maliziosi, infatti, considerano l’annuncio anche un modo per evitare di mettere la faccia sulle elezioni siciliane dove, peraltro, con il sostegno a Nello Musumeci, Alfano si gioca una partita anche personale che, al momento, gode del favore dei sondaggi.
Nel Pdl, e soprattutto in chi aveva avuto modo di parlare con Berlusconi appena pochi giorni fa, si nutrono tuttavia dubbi sul fatto che quella del Cavaliere rappresenti un’ uscita di scena definitiva. Un segnale potrebbe essere la decisione di confermare l’incontro con i dieci manager che aveva messo in agenda all’indomani del voto siciliano. Come a dire: Va bene padre nobile ma senza rinunciare a ‘dare le carte’. Una posizione defilata del Cavaliere, che comunque non intende rinunciare all’immunità che gli deriverebbe da un seggio in Parlamento, è d’altra parte da tempo sollecitata dalla famiglia e dai suoi amici storici, che poi rappresentano anche i vertici delle aziende, come Fedele Confalonieri e Ennio Doris. A pesare, tuttavia, ci sarebbe un altro fattore sempre presente nella testa di Berlusconi: i processi. L’ex premier infatti, con più di una persona, si sarebbe detto sicuro che in settimana arriverà una condanna a tre anni e 8 mesi nel processo Mediaset sulla compravendita dei diritti tv.